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Agroindustria: arriva “SafeFood”, il primo laser fotoacustico contro le sofisticazioni alimentari

where Roma when Mer, 15/09/2021 who roberto

Lo ha realizzato ENEA ed è in grado di rintracciare, in tempo reale, contaminanti su campioni non trattati con il prelievo di piccole quantità di prodotto

Il primo sistema laser fotoacusticosafefood.jpg contro le sofisticazioni alimentari a disposizione di industrie alimentari e grandi catene di distribuzione si chiama “SafeFood” ed è stato realizzato da ENEA.

Come funziona
Il prototipo è in grado di rintracciare, in tempo reale, contaminanti su campioni non trattati con il prelievo di piccole quantità di prodotto. “Il sistema laser è stato progettato per essere installato lungo le linee di produzione. È facilmente trasportabile e si caratterizza per la rapidità di esecuzione della misura che viene svolta in pochi minuti”, spiega Luca Fiorani, ricercatore ENEA del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia del Centro Ricerche ENEA di Frascati. La tecnica laser fotoacustica, oltre che per la rapidità, si distingue per la precisione e l’affidabilità nella rilevazione di alcune importanti frodi alimentari, come quelle che riguardano pesce, riso, succhi di frutta, olio, latte e spezie, in particolare origano e zafferano.

Lo zafferano adulterato
I ricercatori ENEA stanno già lavorando a un secondo prototipo da utilizzare direttamente nei punti vendita, dagli scaffali dei negozi ai banchi del mercato. “Il sistema che abbiamo messo a punto, infatti, non richiede il pretrattamento del campione con reagenti chimici e può quindi essere facilmente utilizzato da personale non specializzato, dopo una breve formazione”, sottolinea Fiorani. Il primo banco di prova per il prototipo è stata la rivelazione rapida di zafferano adulterato. Lo zafferano autentico, ottenuto da un fiore con tre stimmi che vengono raccolti ed essiccati, ha un alto costo e per questo si rischia che venga tagliato con un colorante, la tartrazina, o con spezie gialle come la curcuma. Partendo dallo zafferano puro, sono stati preparati vari campioni contaminati, per arrivare a concentrazioni di tartrazina e curcuma del 2%, in modo da testare la capacità del sistema di rivelarne quantità particolarmente basse. I risultati dello studio sono stati pubblicati in un articolo sulla rivista internazionale Sensors.
 
Una tecnica medica
Alla base di ‘SafeFood’ c’è la spettroscopia laser fotoacustica, una tecnica già usata in diagnostica medica, rivelazione di esplosivi e monitoraggio dell’inquinamento, che dopo i lavori pionieristici con i laser a CO2, oggi si avvale delle prestazioni e delle dimensioni ridotte dei laser a cascata quantica. Il sistema utilizza luce e suono per funzionare: gran parte della luce prodotta dal fascio laser è modulata a una frequenza acustica e inviata nella cella fotoacustica, dove interagisce con il campione generando un’onda sonora che viene captata da un microfono, il cui segnale viene successivamente amplificato. “L’onda sonora è tanto più forte quanto maggiore è l’assorbimento del campione: in questo modo si misura lo spettro di assorbimento infrarosso del campione, con il vantaggio, rispetto ad altre tecniche spettroscopiche, di poterlo irraggiare con una sorgente molto più potente. Gli spettri di un alimento e, quindi, di un contaminante non sono sempre chiaramente distinguibili. Fortunatamente, è possibile applicare agli spettri tecniche sofisticate, come l’analisi delle componenti principali, che consentono di discriminare differenti composti”, spiega Fiorani.

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