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Allarme raee – Solo il 38% dei rifiuti elettronici è gestito in modo corretto

where Milano when Lun, 26/11/2012 who redazione

Pubblicati i risultati dell’indagine Ecodom-Onu: l’Italia non è al livello richiesto dagli standard europei. Ogni italiano produce 16,3 chili di rifiuti elettronici l’anno. La “competizione” tra gli impianti di trattamento

Nel 2011 è stata immessa nel mercato una quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche pari a 18,3 chilogrammi per abitante e ogni anno sono prodotti dagli italiani 16,3 chili di rifiuti raee. Inoltre, è stato stimato che i centri di raccolta e i distributori intercettino complessivamente 11,2 chili per abitante, ma solo il 38,3% di questi (pari a 4,29 chili per abitante) è stato consegnato ai sistemi collettivi. È quanto emerge da una ricerca presentata da Ecodom, il consorzio italiano di recupero e riciclo degli elettrodomestici, sulle quantità di raee che si generano ogni anno in Italia.
L’indagine è stata realizzata dalla United nations university, il centro accademico di ricerca dell’Onu, in collaborazione con Ipsos e Politecnico di Milano. 
Dalla ricerca, dunque, emerge che una significativa quantità di rifiuti hi-tech generati oggi sfugge al sistema di recupero e riciclo: per poter raggiungere i nuovi obiettivi fissati dalla direttiva europea e colmare il gap che separa l’Italia da molti altri paesi Ue sarà però necessario individuare le modalità che consentano di intercettare i flussi detti “complementari”. I flussi più difficili da intercettare sono quelli di lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe, scalda-acqua ed R4, cioè piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo e informatica che sono diventati sempre più appetibili dal punto di vista economico a causa dell’aumento del valore delle materie prime seconde (metalli e plastiche) in essi contenute.
“Questo studio ha evidenziato come i nuovi obiettivi fissati dall’Unione europea saranno difficilmente raggiungibili se i singoli stati membri non si assumeranno la responsabilità e il compito di individuare e tracciare tutti i raee che oggi si disperdono in molteplici flussi, alcuni spesso illegali, rappresentando una seria minaccia ambientale oltre che una significativa perdita economica”, afferma Paolo Falcioni, vice presidente di Ecodom. Ogni paese Ue, ricorda Falcioni, “sarà chiamato, a partire dal 2019, a raccogliere l’85% dei raee che ogni anno si generano nel proprio territorio o il 65% dei prodotti immessi sul mercato. E il sistema italiano rischia di non trovarsi pronto per quella data”.
In Italia esiste anche il problema della competizione tra gli impianti di trattamento, in sovrannumero rispetto al fabbisogno teorico. Il rischio, secondo gli esperti, è quello di provocare una “gara” ad intercettare quanti più raee possibile, riducendo il livello qualitativo del trattamento per contenerne i costi. 

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