Anche gli imballaggi alimentari incidono sulla digestione
È questo il risultato di uno studio dell'Università di Binghamton pubblicato su Food and Nutrition. Le nanoparticelle di ossido di zinco possono cambiare il modo con cui l'intestino assorbe i nutrienti
Gli imballaggi alimentari possono incidere sulla digestione. L'ossido di zinco che viene trasmesso nei cibi, infatti, può avere un'azione diretta. È questo il risultato di uno studio dell'Università di Binghamton pubblicato su Food and Nutrition.
"Le nanoparticelle di ossido di zinco possono cambiare il modo con cui l'intestino assorbe i nutrienti o l'espressione genica e proteica delle cellule intestinali", commenta Gretchen Mahler, docente di bioingegneria dell'ateneo statunitense. Secondo Mahler, queste nanoparticelle sono presenti nel rivestimento di alcuni prodotti in scatola per le loro proprietà antimicrobiche e per prevenire la colorazione degli alimenti che producono zolfo.
I ricercatori hanno studiato mais, tonno, asparagi e pollo in scatola: è risultato che contenevano 100 volte la dose giornaliera di zinco. Questo materiale, spiega Mahler, tende "a depositarsi sulle cellule che rappresentano il tratto gastrointestinale e causa il rimodellamento o la perdita dei microvilli, che sono piccole proiezioni sulla superficie delle cellule intestinali che aiutano ad aumentare la superficie disponibile per l'assorbimento", dice.
"Questa perdita di superficie tende a provocare una diminuzione dell'assorbimento di nutrienti - aggiunge -. Alcune delle nanoparticelle causano anche segnali pro-infiammatori a dosi elevate e questo può aumentare la permeabilità dell'intestino. Un aumento della permeabilità intestinale non è una buona cosa: significa che i composti che non dovrebbero passare attraverso il flusso sanguigno potrebbero essere in grado di farlo". Lo studio è stato condotto su modelli in vitro.