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Biocarburanti. Camelina e carinata sono le nuove colture per biofuel e per l'industria bio-based

where Bologna when Mer, 17/05/2023 who roberto

Due piante ancora poco note che promettono di dare una spinta importante all'economia bio-based: potenziare la loro coltivazione è l’obiettivo del progetto Horizon Europe CARINA, coordinato dall’Università di Bologna

Dai biocarburanti avanzati camelina.jpgal nylon sostenibile, passando per fitofarmaci e prodotti cosmetici. Ci sono due piante ancora poco note che promettono di dare una spinta importante all'economia bio-based. Si chiamano camelina e carinata e sono al centro di CARINA, progetto Horizon Europe coordinato dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università di Bologna.

 
Il progetto
Il progetto coinvolge non solo università, centri di ricerca e aziende agricole, ma anche diverse aziende che cercano materie prime sostitutive di altre di origine fossile o di importazione: dall’impresa che produce nylon a partire dal ricino e vuole utilizzare anche altri tipi di olio, a quella cosmetico-farmaceutica che cerca sostanze stabilizzanti per i propri prodotti, fino a quella fitofarmaceutica che lavora ad un erbicida naturale come possibile alternativa al glifosato. Senza dimenticare il grande settore dei biocarburanti per auto, aerei e navi, per il quale servono oggi  alternative all’olio di palma e alla soia.
“L’agricoltura del futuro dovrà fornire grandi quantità di materie prime rinnovabili all’industria, ma al tempo stesso dovrà garantire la salvaguardia della biodiversità e della salubrità dei suoli e dell’ambiente”, spiega Andrea Monti, professore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e coordinatore del progetto CARINA. “C’è grande fame di biomasse, ma occorre procedere in maniera razionale ed equilibrata, senza rischiare di incorrere negli errori passati”.
 
Le colture
Carinata e camelina sono tra l’altro colture non alimentari, che si inseriscono facilmente nelle rotazioni con colture alimentari tradizionali. Comunemente, ad esempio nella coltivazione di mais e frumento, sono previste lunghe pause fra due colture principali: tra giugno e marzo il terreno resta libero, e questa pausa può essere sfruttata per colture come carinata e camelina. Una pratica, questa, che oltre ad offrire nuove risorse per la produzione sostenibile, favorisce la biodiversità, mantiene i terreni più facilmente lavorabili e li protegge dall'erosione.
"Con il progetto CARINA studiamo e sperimentiamo come inserire queste nuove colture nel modo più efficace possibile", dice ancora Monti. "E ci rivolgiamo non solo ai grossi gruppi, ma anche e soprattutto ai piccoli agricoltori del bacino del Mediterraneo, che in questo modo possono acquisire conoscenze sull’agrotecnica e decidere come avvicendare o consociare le nuove colture con cereali, piante leguminose o anche colture arboree".
Il progetto coinvolge otto paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Germania, Slovacchia, Grecia, Polonia, Bulgaria), oltre al Libano e alla Tunisia, con università, centri di ricerca e imprese. Ci sono aziende del settore dei carburanti, del mondo della moda, aziende farmaceutiche e cosmetiche, tutte accomunate dalla ricerca di nuove materie prime con caratteristiche chimico-fisiche specifiche da selezionare a seconda dei diversi interessi merceologici.

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camelina