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Cinque mosse per eco-innovare l’Italia dagli Stati generali della green economy

where Roma when Lun, 30/07/2012 who redazione

Nuovo incontro programmatico a Roma. Per l’Unep le eco-industrie varranno 1,5 trilioni di dollari nel 2020

Il passaggio alla green economy implica la capacità di innovare non solo cicli produttivi e consumi, ma anche approcci culturali e stili di vita. Questo si può realizzare tramite lo sviluppo e la messa in pratica dell’eco-innovazione, l’innovazione che tiene conto non solo del profilo economico, ma anche delle dimensioni sociali e ambientali. La valutazione della dimensione del settore dell’eco-innovazione e delle eco-industrie è stata stimata dall’Unep, l’agenzia ambientale dell’Onu, tra 0,5 e 1,5 trilioni di dollari l’anno nel 2020 e tra i 3 e i 10 trilioni nel 2050. Questo il tema dell’assemblea programmatica “Sviluppo dell’eco-innovazione” che si è svolta in preparazione degli Stati generali della green economy, previsti a Rimini il 7-8 novembre prossimi nell’ambito di Ecomondo, organizzati dal ministero dell’Ambiente e dal Comitato organizzatore composto da 39 associazioni di imprese green.
“L’obiettivo dell’eco-innovazione – ha detto Roberto Morabito, responsabile dell’unità tecnica Tecnologie ambientali dell’Enea e coordinatore del gruppo di lavoro sull’eco-innovazione – è un radicale cambiamento verso nuovi sistemi di produzione e consumo basati su un approvvigionamento e un utilizzo sostenibile delle risorse e una riduzione, o eliminazione, delle emissioni e dei conseguenti impatti, che porti gradualmente al disaccoppiamento assoluto tra crescita, utilizzo delle risorse e riflessi sugli ecosistemi”.
Nel percorso verso il green tech l’Italia ha bisogno di un piano, se è vero che nella classifica europea 2011 si trova al 16esimo posto contro il 12esimo del 2010. Piano che deve basarsi, secondo gli esperti, su almeno cinque azioni prioritarie da mettere in campo da subito. Eccole nel dettaglio:

1. Politiche coerenti. Una politica ambientale che offra un quadro normativo coerente a vari livelli (locale, nazionale, europeo e internazionale), che promuova l’eco-innovazione tramite l’applicazione di leggi esistenti riviste e il varo di nuove norme che indirizzino anche le attività di ricerca e sviluppo, e che sia a sua volta coerente con politiche industriali ed economiche.
2. Formazione/informazione. Avviare un programma di formazione/informazione nazionale che sappia, da una parte, preparare nuove competenze/professionalità e, dall’altra, favorire cambi di stili di vita, approcci culturali, consenso sociale verso le tecnologie, i processi, i servizi e i prodotti eco-innovativi.
3. Promozione attraverso “etichette” e appalti verdi. Promozione a tutti i livelli di prodotti e servizi basati su un uso sostenibile delle risorse e su bassi impatti ambientali, lungo tutto il loro ciclo di vita, mediante la promozione di marchi ed etichette di prestazione, di prodotti e servizi, che favoriscano la crescita di mercati eco-innovati e nuovi mercati, aumentando la percezione dell’eco-innovazione. Diffusione di appalti “verdi”, pubblici e privati, per la promozione dell’eco-innovazione.
4. Cabina di regia per partenariati pubblico/privato. Una forte cabina di regia per mettere a sistema il patrimonio nazionale di competenze sia nel pubblico (università ed enti di ricerca), sia nel privato, in cui, per esempio, i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico promuovano joint venture con mondo scientifico e imprese per coniugare insieme sostenibilità e competitività, che non possono essere affrontate in maniera separata e settoriale.
5. Supporto alle imprese. L’Italia è uno dei più importanti paesi industriali al mondo e il secondo manifatturiero europeo, e come tale deve affrontare la sfida globale della competitività in un orizzonte di sostenibilità. Produzione sostenibile e uso efficiente dell’energia, approvvigionamento sostenibile e uso efficiente dei materiali sono le due facce dello strumento con il quale affrontare la sfida. In questo quadro, sembra non più rinviabile seguire l’esempio di altri partner europei istituendo un’agenzia per l’uso efficiente dei materiali a diretto supporto delle imprese e in particolare delle pmi.
Info: www.statigenerali.org

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