Come proteggere Venezia? Spoiler: il Mose non basta
La ricerca sul clima di Cmcc e Ca’ Foscari vince il premio Aspen. Gli scienziati spiegano come rafforzare la resilienza della laguna, minimizzando i rischi derivanti da ondate di calore e alluvioni.
Un team italo‑americano firma una ricerca d’avanguardia premiata con l’Aspen Institute Italia 2025. La “Prioritization of resilience initiatives for climate‑related disasters in the metropolitan city of Venice” – curata dal Cmcc (Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici) e dall’università Ca’ Foscari di Venezia, accanto a ricercatori statunitensi, in particolare dell’università della Virginia, della Carnegie Mellon e del corpo degli ingegneri dell’Esercito – identifica le priorità per difendere la laguna dall’impatto dei cambiamenti climatici, evidenziando dati e scenari nel rapporto. Frutto del progetto Bridge (2019-2022) tra Italia e Stati Uniti – guidato da Andrea Critto (Ca’ Foscari/Cmcc) – lo studio sfrutta un approccio multidisciplinare che unisce scienze ambientali, ingegneria e climatologia. I dati indicano che per fronteggiare l’incertezza climatica il miglior mezzo è un portafoglio di misure: non basta costruire argini, serve un sistema sinergico; cioè, adottare solo soluzioni ingegneristiche – dal Mose alle pompe mobili – protegge dal rischio di acqua alta, ma è inefficace contro ondate di calore o siccità. Al contrario, misure cognitive, informative e sociali (aggiornamento dei piani urbanistici, allerta rapida, educazione civica) garantiscono resilienza anche in scenari complessi.
“Adattamento trasformativo”
“Misure informative e cognitive cambiano il modo in cui comunità e amministrazioni percepiscono e reagiscono al rischio, commenta Anna Sperotto (Ca’ Foscari/Cmcc), “queste strategie si confermano più stabili sotto scenari climatici incerti”. Lo conferma Andrea Critto: “Le sole difese strutturali non bastano più, serve costruire una cultura del rischio che prepari le comunità a tutto il ciclo del rischio”.
Sul fronte operativo, il coinvolgimento attivo di stakeholder locali ha garantito che le misure – da infrastrutture verdi a regolamenti – fossero coerenti con esigenze reali nel quadro di un approccio co‑progettato, non calato dall’alto. Silvia Torresan (Cmcc) indica la via: “Adattamento trasformativo”, con sistemi di intelligenza artificiale e machine learning “per affinare previsioni e interventi”. Così la sopravvivenza di Venezia diventa un sistema basato su innovazione e cooperazione a lungo termine.
Leggi lo studio: https://www.cmcc.it/it/articolo/vene...