Debutta in Cina la prima centrale nucleare al torio
La tecnologia era stata studiata in passato dagli americani, ma poi abbandonata. Il torio è molto più abbondante in natura dell’uranio e, secondo gli esperti, le riserve cinesi potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico del Paese per ventimila anni! Le differenze nella sicurezza dei due materiali.
La tecnologia non è nuova: gli Stati Uniti l’avevano testata per anni per poi abbandonarla e rilasciarla alla Cina. La notizia, oggi, è che il Paese del Dragone ha acceso il primo reattore al torio e sali fusi del mondo, promettendo un cambiamento sostanziale per la tecnologia nucleare.
L’impianto pilota da 2 megawatt si chiama TMSiracusa-LF1, si trova nei pressi della città di Wuwei, nella provincia di Gansu, nel deserto del Gobi, ed è stato sviluppato dallo Shanghai institute of applied physics (Sinap) dell’Accademia cinese delle scienze.
I vantaggi del torio
Il torio, elemento più abbondante dell’uranio e presente in grandi quantità in Cina, offre vantaggi significativi: minore produzione di scorie radioattive a lunga vita, maggiore sicurezza operativa e ridotto rischio di proliferazione nucleare, riferisce il Sinap. Il reattore utilizza sali fusi come refrigerante, eliminando la necessità di acqua e riducendo così il rischio di incidenti gravi.
Una nuova centrale entro il 2029
Il progetto rappresenta un passo avanti nella ricerca di fonti energetiche più sicure e sostenibili. La Cina studia i reattori al torio fin dagli anni Settanta, ma è dal 2011 che l’interesse si è concretizzato in un programma di ricerca strutturato. Secondo gli esperti, le riserve di torio della Cina potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico del paese per ventimila anni. È stato anche annunciato che entro il 2029 sarà realizzato un reattore al torio da 60 megawatt termici, capace di generare 10 megawatt di elettricità e idrogeno.
La comunità scientifica internazionale osserva con interesse i progressi cinesi, considerando il reattore al torio una potenziale soluzione per una produzione energetica più pulita e sicura. Tuttavia, restano sfide tecniche e normative da affrontare prima di una diffusione su larga scala.