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FederBio e Assobioplastiche insieme per l’impiego di bioteli nell’agricoltura biologica

where Bologna when Mer, 06/03/2019 who roberto

L’accordo prevede l’avvio della sperimentazione delle bioplastiche biodegradabili e compostabili per la pacciamatura nelle coltivazioni biologiche

FederBio, la Federazione nazionalepacciamatura.jpg che tutela lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica, e Assobioplastiche, l’associazione che riunisce produttori e trasformatori di materiali biodegradabili e compostabili, hanno firmato una partnership per la promozione della sperimentazione e dell’uso di pacciamature - l’uso di coperture di terreni con teli per evitare le erbacce, ndr - biodegradabili nelle coltivazioni biologiche.
 
Il protocollo pluriennale nasce con l’obiettivo di diffondere e consolidare l’utilizzo delle pacciamature biodegradabili, che rappresentano oggi una risposta importante ai problemi di fine vita dei film plastici tradizionali. Inoltre, l’introduzione dei bioteli rappresenta una risposta significativa ad alcuni dei temi produttivi e ambientali coerenti con i principi e le pratiche dell’agricoltura biologica, che richiede grande attenzione alle materie prime utilizzate per la produzione dei film pacciamanti, specialmente assenza di OGM e rinnovabilità.
 
L’utilizzo dei teli pacciamanti con biodegradabilità e rinnovabilità certificate costituisce una delle principali innovazioni tecniche utili per la conversione di ampie superfici e colture all’agricoltura biologica. In particolare, per poter perseguire questo obiettivo strategico, i bioteli dovranno essere biodegradabili secondo lo standard europeo EN 17033, non contenere organismi geneticamente modificati nei formulati utilizzati per la produzione della pacciamatura ed essere costituiti da materie prime rinnovabili in misura pari o superiore al 50% (oltre il 60% dal 2021).
 
Con l’accordo siglato, FederBio contribuirà attivamente alla comprensione e diffusione delle caratteristiche tecniche e d’impiego delle pacciamature biodegradabili, mentre Assobioplastiche supporterà le richieste di informazioni e di attività di sperimentazione che potranno rendersi necessarie. Il protocollo prevede inoltre il coinvolgimento di uno o più enti scientifici con i quali Assobioplastiche e FederBio definiranno un programma di prove in campo per la verifica delle rese, della produttività delle colture e degli effetti complessivi dell’utilizzo di questa pratica colturale in agricoltura biologica.

“La sfida della transizione al biologico dell’agricoltura di pianura e su grandi superfici richiede approcci innovativi e strumenti efficaci, pienamente coerenti con i principi dell’agricoltura biologica sanciti dalla normativa europea e con l’approccio della bioeconomia e dell’economia circolare, politiche strategiche per l’Unione europea. Con il protocollo d’intesa fra Assobioplastiche e FederBio si avvia un percorso di sperimentazione che dovrà portare a uno standard per l’impiego dei bioteli in agricoltura biologica che raggiunga progressivamente la totale rinnovabilità dei materiali, dando con questo un segnale a tutta l’agricoltura italiana ed europea per eliminare definitivamente la plastica non biodegradabile dall’agricoltura”, ha affermato Paolo Carnemolla, presidente FederBio.

Il biologico rappresenta uno dei molti fiori all’occhiello dell’agricoltura italiana, un modello di produzione a basso impatto e anche uno stile di vita scelto da un numero sempre crescente di persone. Raccogliere le richieste provenienti da questo comparto, rispettandone i principi fondamentali, è una sfida che il comparto delle bioplastiche ha inteso cogliere mettendo a disposizione degli imprenditori del biologico teli per la pacciamatura biodegradabili, rinnovabili e privi di OGM. I nostri bioteli, grazie alla biodegradabilità secondo lo standard EN 17033, all’assenza di OGM e alla rinnovabilità della materia prima, rappresentano un’enorme opportunità per gli agricoltori perché, oltre ad essere utilizzabili in diverse condizioni ambientali e su colture con cicli diversi, non devono essere recuperati e smaltiti al termine del ciclo colturale, ma possono essere lasciati nel terreno dove vengono biodegradati ad opera di microrganismi, offrendo anche un enorme risparmio in  termini di tempo e risorse - ha dichiarato Marco Versari, presidente di Assobioplastiche.

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