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Federmanager: risk management, digitale e competenze sono l’antidoto per l’instabilità energetica

where Bologna when Mer, 22/06/2022 who roberto

Si moltiplicano i fattori di rischio, catastrofi naturali ed eventi inaspettati, guidati dal cambiamento climatico. Un convegno a Bologna

Fare impresa in un clima di instabilitàassembleafedermanagerbolognaferrararavenna.jpg richiede una nuova consapevolezza a imprenditori e manager, che si ritrovano a dover fronteggiare situazioni difficili. Dall’impossibilità di vendere in un importante mercato internazionale, sia per la metalmeccanica che per il lusso, la moda, il calzaturiero, alle speculazioni e oggettive difficoltà che fanno schizzare in alto i costi delle materie prime, spesso come conseguenza degli aumenti dei vettori energetici usati per produrle.  Se ne è parlato al convegno organizzato da Federmanager Bologna–Ferrara–Ravenna “Scenari geopolitici ed economici all'ombra della guerra - Riflessioni a supporto delle valutazioni del manager consapevole”. L’evento di approfondimento, al quale hanno partecipato oltre cento manager delle tre province, si è tenuto in occasione dell’Assemblea annuale dell’associazione.
 
Le parole degli intervenuti
“Le filiere del territorio dell'Emilia-Romagna, tradizionalmente precorritrici di tendenze – ha sottolineato Andrea Molza, presidente di Federmanager Bologna-Ferrara-Ravenna – stanno interpretando un nuovo modo di fare impresa. Siamo convinti che l'energia e la reattività dei nostri manager possa aiutare i nostri imprenditori a cogliere in una situazione complessa come questa gli spiragli per orientare la crescita e interpretare nuove opportunità”. All’incontro, moderato da Roberto Pettinari, coordinatore della commissione Sostenibilità (Siate) di Federmanager, sono intervenuti analisti ed esperti, fornendo indicazioni su scenari, conseguenze economiche e industriali ipotizzabili, ma anche suggerimenti per l’organizzazione aziendale e tendenze che coinvolgono fondi e società che investono nelle attività industriali. “In questo panorama - sottolinea Pettinari - appare quanto mai fondamentale la necessità di pianificare attività strategiche e tattiche, in un futuro più che mai incerto in quanto impattante sugli equilibri geopolitici che hanno costituito lo scenario degli ultimi 70 anni, che siano ragionevolmente sostenibili almeno nel medio periodo.” “Tutto ciò - prosegue - avviene nell’inerzia del sistema economico basato, di fatto, sul petrolio, mentre sono sempre più impellenti le esigenze economiche, oltre che ambientali, di guardare oltre, mediante la cosiddetta transizione energetica.” Per Federico Petroni, analista presso Limes, rivista italiana di geopolitica, che ha parlato dei probabili scenari geopolitici e dei nuovi equilibri di potere che si potrebbero delineare.
“Al di là della facciata - ha detto - , la guerra d'Ucraina ha approfondito le divisioni dei paesi europei. Il continente è unito nel condannare l'aggressione russa, non su come terminare il conflitto, diviso fra chi vuole impartire una sconfitta decisiva a Mosca e chi non vuole isolarla e regalarla alla Cina. Non c'è unità su un embargo energetico, perché gli idrocarburi russi non possono essere sostituiti così in fretta. La crisi alimentare incombe e con essa una nuova ondata di instabilità che investirà il Mediterraneo. L'inflazione alimenterà tensioni sociali e politiche.
“L'Europa - ha proseguito Petroni - esce da una logica puramente economica per entrare in una di economia di guerra. Questo imporrà a istituzioni e aziende una revisione profonda delle filiere produttive, per assicurare l'approvvigionamento di materie prime e beni essenziali. Imporrà inoltre una revisione del metodo multilaterale, da integrare con un necessario bilateralismo e da restringere a un euronucleo mediterraneo-occidentale (Francia, Spagna, Germania) attraverso il quale coordinare le iniziative per perseguire meglio gli interessi italiani”.

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