Fermi tutti! L’idrogeno è una concausa del riscaldamento climatico
Tutti lo vogliono, tutti lo studiano. E potrebbe essere uno dei carburanti sostenibili di domani. Ma il primo studio completo sull’impatto delle emissioni di idrogeno potrebbe gelare gli entusiasmi. Lo hanno lanciato gli ambientalisti di Environmental Defense Fund.
Emissioni indirette fino a sei volte superiori alle stime, con potenziale effetto-clima da 8 a 13 volte più alto di quello della CO2 in cento anni. È partito il primo studio internazionale per quantificare le emissioni di idrogeno lungo l’intera filiera: organizzato da Environmental Defense Fund (Edf), associazione ambientalista, insieme a università europee e statunitensi, aziende tecnologiche e big dell’energia (Air Products, Air Liquide, Shell, TotalEnergies), il progetto mira a colmare il vuoto di dati su perdite e impatti non considerati dei cosiddetti gas serra fuggitivi.
Il perché è chiaro: l’idrogeno che sfugge nell’atmosfera non è un semplice gas neutro. Reagendo con il radicale OH, prolunga la vita del metano e genera ozono troposferico e vapore stratosferico, amplificando il riscaldamento, spiegano i ricercatori.
Le rilevazioni – partite a marzo scorso – coprono siti di produzione (reformer, raffinazione) e infrastrutture di trasporto (condotte, compressori) fino a veicoli e stazioni di rifornimento in Nord America ed Europa. Tecnologie all’avanguardia, dai sensori Aerodyne ai veicoli mobili di misurazione, permettono un’accuratezza di rilievo senza precedenti, assicura Edf.
“Questo studio non ha eguali nella sua portata e nel suo approccio per ottenere dati veramente rappresentativi”, spiega Thomas Röckmann (nella foto), climatologo all’Università di Utrecht, sottolineando la sinergia tra mondo accademico e industria. Flavia Sollazzo, responsabile di Edf Europe per la transizione energetica, aggiunge: “Lo studio rappresenta un’opportunità per l’Italia. Dati solidi e trasparenti anticipano rischi normativi e orientano uno sviluppo dell’idrogeno davvero sostenibile”.
L’indagine, finanziata da donazioni all’Edf, durerà fino ai primi mesi del 2026. Risultati anonimi e peer‑reviewed saranno poi resi pubblici per guidare regolatori, investitori e operatori verso strategie efficaci di contenimento.
Il messaggio è forte: l’idrogeno può contribuire alla decarbonizzazione, ma solo se le emissioni sono misurate, comprese e gestite. Senza dati chiari, rischiamo di costruire infrastrutture che in realtà amplificheranno l’effetto serra.