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​Green economy, l’Università di Bologna presenta un progetto per recuperare la plastica abbandonata

where Bologna when Mar, 03/12/2013 who michele

Obiettivo del progetto europeo “Bioclean” coordinato da Fabio Fava, docente dell’università di Bologna, è recuperare rifiuti plastici abbandonati in fondo al mare o destinati alle discariche e riutilizzati attraverso approcci chimici sostenibili

Rifiuti plastici abbandonati in fondo al mare oppure destinati alle discariche “recuperati” e riutilizzati attraverso approcci chimici sostenibili, basati su microorganismi naturali: questo, in sintesi, uno dei principali obiettivi del progetto europeo “Bioclean” coordinato da Fabio Fava, docente dell’università di Bologna, intervenuto nei giorni scorsi a "Energythink", l’iniziativa promossa da Eni e Legambiente per affrontare i grandi temi legati alla all’energia e all’ambiente.
Il progetto, finanziato dalla Commissione europea con tre milioni di euro e partito da un anno coinvolge 19 partner (aziende, centri di ricerca e università) tra cui anche Plastics Europe, la federazione europea delle aziende produttrici di plastica da petrolio. Il board di consultazione, ha spiegato Fava, è composto da 21 referenti, tra i quali rappresentanti del mondo ambientalista e delle grandi industrie: per l’Italia ci sono Versalis, Novamont, e la piattaforma tecnologica nazionale per la chimica sostenibile.
“L’idea - ha spiegato Fava, docente di biotecnologie industriali ed ambientali presso la facoltà di ingegneria - è isolare microorganismi nuovi partendo da campioni di plastica abbandonati nell’ambiente da tanti anni. È necessaria infatti una ‘intimità’ tra la flora microbica di quell’ambiente e la plastica, che può aver consentito nel tempo che i microorganismi si specializzassero nell’utilizzare questo materiale come fonte di nutriente per la loro crescita”. Per questo sono stati ‘campionati’ materiali plastici situati nel mar Egeo o all’interno di impianti di compostaggio e discariche. "Oggi - ha chiarito il docente - abbiamo isolato una decina di microrganismi nuovi che hanno dimostrato un’interessante attività”.
 
 

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