Hydrogen Expo: “Ecco perché l’Italia deve accelerare sulla filiera nazionale”
Dalla manifestazione di Piacenza parte l’appello di H2It per il “nuovo” combustibile. Oggi il nostro Paese è quarto in Europa per produzione. Leader di mercato la Germania.
L’Italia deve correre velocemente verso l’idrogeno. Parliamo di “una risorsa chiave per il rilancio industriale del nostro Paese e per garantire una completa decarbonizzazione”, ha spiegato Alberto Dossi (nella foto), presidente di H2It (Associazione italiana idrogeno), in occasione di Hydrogen Expo 2025, la principale fiera italiana sulle tecnologie dedicate a questo combustibile che si è conclusa di recente a Piacenza. L’evento ha registrato oltre duecento espositori su più di novemila metri quadrati, confermandosi una delle vetrine più rilevanti del settore a livello europeo.
Ad oggi, l’Italia si posiziona al quarto posto in Europa per produzione di idrogeno, con 607.913 tonnellate all’anno. Leader di mercato è sempre la Germania.
Dossi (H2It): “Stazioni di rifornimento entro il 2026”
H2It ha inaugurato i lavori piacentini con il convegno “La strategia idrogeno nazionale e i primi progetti concreti in Italia”. Dossi ha ricordato l’urgenza del momento: “Siamo in una fase decisiva. È il momento di realizzare i progetti industriali finanziati dal Pnrr e avviare la rete nazionale di stazioni di rifornimento entro metà 2026”. E ha aggiunto: “Attraverso i tavoli di lavoro stiamo contribuendo attivamente allo sviluppo normativo, alla mappatura del comparto industriale e alla definizione delle infrastrutture del domani. Solo così possiamo costruire una filiera nazionale solida e pronta a cogliere le sfide legate alla nascita di un mercato dell’idrogeno”.
Tre tavoli
Le iniziative in programma per il 2025 sono frutto di un lavoro costante con le imprese associate e ruotano attorno ai tre tavoli tecnici già attivi: produzione, supply chain ed ecosistema mobilità.
Il primo, coordinato da Lorenzo Privitera (A2a), ha lavorato sui nodi regolatori più urgenti, tra cui il decreto tariffe e l’attuazione dei progetti previsti dal Pnrr. Il gruppo ha avviato confronti con il ministero dell’Ambiente e il Gse per accelerare i tempi. Il tavolo supply chain, guidato da Stefano Capponi (Tenaris), ha presentato una prima mappatura della filiera italiana, individuando le tecnologie già disponibili e le lacune da colmare. Il lavoro servirà a dare visibilità alle aziende fornitrici e a orientare le politiche industriali. Il terzo tavolo, ecosistema mobilità, diretto da Luigi D’Onofrio (Edison), ha posto l’accento sulle infrastrutture legate ai trasporti, promuovendo il dialogo tra stakeholder – dalle aziende della logistica ai produttori di veicoli – e supportando le istituzioni nella definizione delle prime iniziative operative.
Il comitato scientifico, infine, presieduto da Luigi Crema (fondazione Bruno Kessler), ha illustrato i contenuti del position paper della ricerca, un documento strategico pensato per guidare gli investimenti pubblici in ricerca e innovazione.