Nobel ai Mof. (Ri)leggi la nostra intervista al loro inventore Omar Yaghi!
I materiali scoperti dallo scienziato americano di origine giordana, premiato ex aequo con Susumu Kitagawa e Richard Robson dall’Accademia di Stoccolma, sono capaci di stoccare la CO2, filtrare sostanze tossiche e raccogliere acqua dall’aria, anche desertica. Qui l’intervista di e-gazette al neo Premio Nobel!
Il Premio Nobel per la Chimica
2025 è stato assegnato ex aequo a Omar Yaghi (nella foto), Susumu Kitagawa e Richard Robson per lo sviluppo delle strutture molecolari note come Mof (metal-organic frameworks). Questi materiali porosi e altamente modulari, composti da ioni metallici collegati a molecole organiche, possono “catturare” gas come la CO2, filtrare sostanze tossiche e persino estrarre acqua dall’aria dei deserti.
Yaghi, già docente all’Università della California, Berkeley, è considerato uno dei pionieri della chimica reticolare, disciplina che ha permesso di progettare queste reti cristalline su misura: e-gazette lo ha intervistato in esclusiva pochi mesi fa, in occasione dei Premi Balzan che lo scienziato aveva ricevuto a Milano (qui l’intervista: https://www.e-gazette.it/sezione/tec...).
Come il “baule magico” di Hermione
Il comitato dei Nobel ha sottolineato come alcune Mof abbiano aree superficiali tali che un piccolo cristallo può avere l’equivalente di un campo da calcio internamente, evocando il “baule magico” di Hermione (la protagonista dei romanzi di Harry Potter). “Magie” a parte, il riconoscimento riflette l’importanza crescente delle scienze dei materiali per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, la scarsità d’acqua e la purificazione ambientale.
Prospettive straordinarie
I “metal-organic frameworks”, che non sono presenti in natura, sono destinati a rivoluzionare numerosi settori, come avvenne con la plastica. Ne è convinto Gianluca Maria Farinola, professore all’Università di Bari Aldo Moro e presidente della Società Chimica Italiana, che ha descritto all’agenzia Agi il lavoro di Yaghi, Kitagawa e Robson. “I Mof sono strutture porose tridimensionali, simili a costruzioni Lego, formate da atomi metallici, i vertici, e molecole organiche, i connettori, che si autoassemblano in modo quasi magico”, spiega Farinola. Questi materiali presentano cavità uniformi, personalizzabili in forma e dimensione, che li rendono estremamente versatili grazie alla loro capacità di interagire chimicamente in modi diversi. “Non sono solo strutture passive, ma hanno proprietà chimiche attive”, ha spiegato l’esperto. Tra le applicazioni già in uso, Farinola ha citato lo stoccaggio dell’idrogeno, ma un altro punto di forza è la capacità di estrarre acqua dall’aria, anche in ambienti aridi come i deserti. Le prospettive future, va da sé, sono straordinarie: la rimozione di anidride carbonica, inquinanti atmosferici o microinquinanti nelle acque; inoltre, i Mof potrebbero migliorare la produzione di farmaci e di combustibili.
Chi è Omar Yaghi
Il chimico Omar Yaghi (nella foto), classe ‘65, giordano naturalizzato statunitense, è uno scienziato di fama mondiale per le sue ricerche rivoluzionarie nell’ambito del mondo green e della lotta al riscaldamento climatico. Già professore a Berkeley, Yaghi è considerato il pioniere nell’ambito dei framework metallo-organici (Mof) e dei framework organici covalenti (Cof), materiali innovativi e promettenti per “sfidare” la scarsità di risorse e l’inquinamento. In particolare, il lavoro del chimico ha gettato le basi per una nuova generazione di materiali in grado di catturare e immagazzinare molecole su scala atomica.
Leggi la nostra intervista al Premio Nobel Omar Yaghi! https://www.e-gazette.it/sezione/tec...
Foto: ufficio stampa Premi Balzan


