Pichetto: “Ricerca pubblica fondamentale per la transizione energetica”
Intervenuto al bilancio del triennio di ricerca Rse, il ministro dell’Ambiente ha indicato come priorità il nuovo nucleare, l’idrogeno, le bioenergie e l’economia circolare. Giusti (Rse): “Da noi analisi e strumenti scientifici per prendere decisioni consapevoli”.
“Dal nuovo nucleare sostenibile all’idrogeno, dalle bioenergie all’economia circolare, nei consessi internazionali emerge il ruolo cruciale della ricerca scientifica per affrontare le sfide del nostro tempo”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto (al centro nella foto), all’evento “Energia, ricerca, innovazione. Analisi del triennio 2022-2024 e sguardo alle prospettive di sviluppo”, organizzato a Roma nei giorni scorsi da Rse (Ricerca sul sistema energetico). Obiettivo: riunire rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee, stakeholder industriali, enti e centri di ricerca in un momento di sintesi sul futuro della transizione energetica. “Il settore, in continua evoluzione, richiede un lungo sguardo progettuale sul futuro. La nostra strategia per la sicurezza energetica e la decarbonizzazione può svilupparsi camminando soprattutto sulle gambe della ricerca, di cui Rse rappresenta un riferimento di eccellenza”, ha spiegato il ministro.
Quattrocento ricercatori al lavoro
Nel corso dell’appuntamento si è fatto il punto sui risultati conseguiti dalla spa controllata dal ministero dell’Economia nell’ultimo triennio di ricerca di sistema, sottolineando il ruolo chiave di quella pubblica per l’evoluzione del pacchetto energetico nazionale e per la definizione di strategie e politiche orientate all’innovazione. “La fine del triennio 2022-2024 è un’occasione preziosa per condividere i risultati della nostra attività di ricerca, che tocca direttamente la quotidianità dei cittadini e delle imprese”, ha spiegato il presidente di Rse, Carloalberto Giusti. “I nostri progetti, come Atlanti e Geoportali, sono strumenti adottati e consultati da attori pubblici e privati. Collaboriamo con decine di imprese, con i principali ministeri, regioni e università. Partecipiamo a progetti a livello europeo e internazionale e abbiamo avviato sinergie con start up e centri di ricerca negli Stati Uniti. Tutto questo è possibile grazie ai quattrocento ricercatori e collaboratori che ogni giorno mettono competenze e passione al servizio del Paese. La transizione energetica”, ha concluso Giusti, “richiede un approccio sistemico e coordinato. Il ruolo di Rse è fornire analisi e strumenti scientifici per prendere decisioni consapevoli e individuare direzioni strategiche per la competitività italiana”.
Cotana: “Puntiamo sulla fusione”
Al convegno sono stati illustrati i 14 progetti sviluppati da Rse nel triennio: ricerche orientate alla digitalizzazione, decarbonizzazione ed efficienza del sistema energetico, che trasferiscono benefici e applicazioni concrete dei risultati a imprese, istituzioni e territori. L’amministratore delegato Rse, Franco Cotana, celebra così vent’anni di ricerca (2005-2025): “Il futuro energetico del Paese passa anche dalla nostra capacità di investire in tecnologie avanzate e ad alto potenziale, come la fusione nucleare. Rse è coinvolta nello sviluppo di soluzioni innovative legate alla fusione a confinamento inerziale, anche grazie ad accordi internazionali come quello con la statunitense Blue Laser Fusion”. Inoltre, la spa ha già avviato percorsi di alta formazione per i propri ricercatori, organizzando sessioni di aggiornamento presso i laboratori del department of Energy a Oak Ridge, negli Usa.