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Il polpo Argonauta Argo è il Mollusco dell’Anno 2021. Vince la Stazione Zoologica di Napoli

where Roma when Mer, 03/02/2021 who roberto

Il polpo Argonauta argo ha vinto tra 120 candidate: il premio sarà costituito dal sequenziamento del genoma della specie vincitrice, che potrà svelarne aspetti ancora ignoti

Il polpo Argonauta argo è stato eletto1creditsphmarcogargiuloargonautaintero.jpg Mollusco dell’Anno: il polpo trovato l'anno scorso nel Golfo di Napoli ha ottenuto 7.888 voti dagli appassionati di tutto il mondo. Selezionato tra 120 specie marine candidate in tutto il mondo, l’Argonauta argo riceverà come premio  il sequnziamento del genoma da parte del Senckenberg Research Institute and Natural History Museum di Francoforte.

Il famoso polpo pelagico, celebre per il guscio che rimanda a una “conchiglia” e per le braccia che evocano “remi o vele”, prende il nome dal mito greco degli Argonauti, eroi epici al centro di un avventuroso viaggio nel Mare Nostrum sulla nave Argo alla conquista del Vello d’Oro, posseduto dai barbari abitanti della Colchide. La specie è stata candidata al riconoscimento mondiale di Mollusco dell’Anno da Fabio Crocetta, biologo marino del Dipartimento di Ecologia Marina Integrata della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine, che ha recentemente rinvenuto un esemplare di Argonauta argo nel Golfo di Napoli, durante analisi di routine delle specie accessorie nella pesca al pesce azzurro.
 
L’Argonauta è un polpo dai tratti ancestrali che affascina naturalisti, scrittori e grande pubblico sin dall’antichità. Gusci di Argonauta, raffigurati anche in ceramiche risalenti al 3000 a.C., erano spesso usati come ornamenti da danzatrici e donne asiatiche. Inoltre, l’Argonauta è stato al centro di diversi poemi e libri, tra cui il romanzo Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne. Descritti originariamente nel mar Mediterraneo, un tempo si riteneva che gli Argonauti usassero il loro grande paio di braccia dorsali come “vele o remi” e le loro “conchiglie” come navi per galleggiare sulla superficie dell'oceano, proprio come impervi “navigatori”. Oggi sappiamo che la specie ha uno stile di vita pelagico, ossia vive in mare aperto (a differenza della maggior parte dei cefalopodi), e che, sebbene sia possibile incrociarla nelle acque tropicali e subtropicali di tutto il mondo, l’incontro con gli uomini è una vera e propria rarità. La specie è originale per numerosi motivi. È, innanzitutto, caratterizzata da un estremo dimorfismo sessuale, con le femmine che appaiono come grandi polpi e crescono fino a 30 centimetri e i maschi generalmente molto più piccoli, fino a 2 centimetri. Le femmine hanno anche braccia extra larghe (i celebri “remi o vele”) che secernono il guscio, una struttura idrostatica finemente forgiata ed utilizzata non solo per ottenere un assetto neutro, ma anche per proteggere e trattenere le uova. Gli Argonauti, inoltre, sono voraci predatori ed usano i tentacoli per afferrare la preda e trascinarla verso la bocca, dove la mordono, iniettando del veleno prodotto dalla ghiandola salivare. Sono anche in grado di attaccare e divorare prede più grandi di loro, come le meduse.

Gli Argonauti appartengono ad un gruppo basale dell’ordine Octopoda, e potrebbero conservare alcune caratteristiche dei polpi ancestrali. Il loro guscio ha una struttura particolare, interamente calcitica e priva di camere con setti, a differenza di tutti gli altri cefalopodi provvisti di conchiglia, tra cui Nautilus pompilius e Spirula spirula. Infine, il guscio non è prodotto dal mantello, che è, solitamente, il responsabile della formazione delle conchiglie, ma dai due tentacoli modificati. Questo carattere non è presente in alcun antenato - attuale o passato - e presumibilmente costituisce un’innovazione evolutiva unica del genere Argonauta. Il sequenziamento del suo genoma potrebbe finalmente fornire ulteriori importanti informazioni sui misteri legati alla vita di questa specie.

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