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Ricerca Ispo – Solo il 5% degli italiani sa che cosa sono gli ogm

where Roma when Lun, 03/12/2012 who redazione

Che siano patate fritte resistenti ai parassiti o salmone ad accrescimento rapido, c’è un gap scientifico nell’informazione, secondo il professor Mannheimer e l’associazione degli agricoltori pro-biotech. Il 55% degli intervistati Ispo vuole che si faccia ricerca di settore e la metà dei consumatori acquisterebbe ogm se facessero bene alla salute. Molto diversi i dati presentati dalla Coldiretti solo un mese fa

Quasi sette italiani su dieci dicono di conoscere gli ogm, gli organismi geneticamente modificati. Ma in realtà solo il 5% della popolazione sa veramente di che cosa si tratta quando si parla di salmone ad accrescimento rapido o di riso ipervitaminico, di patate fritte super resistenti ai parassiti o di latte per neonati da mucche transgeniche. Questo il quadro che emerge dalla ricerca “Informazione, ricerca scientifica e propensione all’acquisto” realizzata da Ispo Ricerche e presentata a Roma dal presidente dell’Istituto, Renato Mannheimer, e dal vicepresidente di Futuragra (l’associazione degli agricoltori pro-biotech), Silvano Dalla Libera.
Una larga fetta dei cittadini non sa spiegare l’acronimo “ogm”, spiega ancora lo studio, altri pensano che solo le piante ogm contengano geni, il 42% crede che in Italia siano coltivati e il 63% pensa che non ve ne siano tracce nei prodotti in vendita.
“L’indagine mette a nudo il deficit di conoscenza sul tema nell’opinione pubblica italiana, al centro di messaggi spesso ideologizzati e bersagliata da dibattiti in cui le ragioni della scienza sono poco rappresentate”, ha osservato Mannheimer. Non è un caso se i media nazionali abbiano dedicato al tema, tra gennaio 2011 e settembre 2012, appena lo 0,02% dello spazio informativo, con una esposizione delle posizioni negative maggiore di otto punti rispetto a quelle positive. In questo contesto spicca la richiesta di ridare la parola alla scienza: il 55% degli intervistati pensa sia utile continuare a fare ricerca, e il 62% ritiene che gli scienziati italiani abbiano diritto di farla alle stesse condizioni dei colleghi stranieri. Gli italiani si mostrano interessati anche al destino degli agricoltori: più della metà (52%) pensa che se la legge consente la vendita di ogm dovrebbe permetterne anche la coltivazione e il 56% ritiene non sia giusto che gli agricoltori stranieri possano produrre e venderci prodotti ogm se ciò non è permesso ai nostri coltivatori. A livello di acquisto, il 52% non esclude la possibilità di comprare in futuro prodotti biotech, soprattutto se ne venisse dimostrato un beneficio per la salute (48%), per l’ambiente (37%) e per il portafoglio (27%). Mentre il 25% non li comprerebbe mai a nessuna condizione. 
Insomma, risultati che stridono con quelli presentati solo un mese fa dalla Coldiretti: a ottobre, secondo il sondaggio condotto da Swg per l’organizzazione degli agricoltori, quasi sette italiani su dieci dicevano di sapere che cosa sono i prodotti ogm e li consideravano meno salutari di quelli tradizionali. “La realtà – sostiene la Coldiretti – è che gli ogm attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti, cioè mais, soia e cotone, e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini”.
 

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