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​Vino: dagli scarti energia pulita e meno costi in cantina

where Roma when Mer, 30/01/2019 who redazione

Si tratta del progetto BioVale -BIOraffineria: VALore aggiunto dei sottoprodotti Enologici, promosso dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell'Università di Roma Tor Vergata

vite-sangiovese.jpgValorizzare gli scarti della filiera vitivinicola, utilizzandoli in cantina per ridurre i costi di trattamento dei rifiuti e produrre energia elettrica pulita. È il progetto BioVale-BIOraffineria: VALore aggiunto dei sottoprodotti Enologici, promosso dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell'Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con l'Associazione Donne della Vite e finanziato dalla Fondazione AGER-Agricoltura e Ricerca.
 
Punto cardine del progetto saranno i due incontri a Soave, nel veronese, e a Poggibonsi, nel senese, per mettere in contatto il mondo della ricerca, dell'industria e dell'enologia. La filiera vitivinicola, che produce sottoprodotti e scarti come i raspi, le vinacce, le fecce e le acque di lavaggio della cantina, può essere ripensata in una nuova ottica di economia circolare, con l'introduzione del concetto di bioraffineria. Nei due incontri verranno illustrate le possibilità di sfruttamento a fini energetici delle biomasse provenienti dai sottoprodotti. Barbara Mecheri e Alessandra D'Epifanio, ricercatrici del Dipartimento di Tor Vergata, spiegano che, utilizzando in cantina il metabolismo dei microorganismi presenti negli scarti enologici, è possibile ridurre i costi e innovare i processi per la conversione energetica e lo sfruttamento di nuove fonti rinnovabili.

Sono i cosiddetti sistemi bioelettrochimici - aggiungono le ricercatrici - , che potenzialmente sono applicabili anche sulle acque di vegetazione ottenute nel processo di frangitura delle olive.

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