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Acqua: Istat, cresciute le perdite di rete in Italia. Siamo al 38,3%

where Roma when Lun, 28/11/2016 who michele

Lo rileva il Report Ambiente Urbano relativo al 2015. Nell’ultimo anno nelle reti dei capoluoghi di provincia sono stati immessi 2,6 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile

Ci sono ancora gravi inefficienze nella gestione dell’acqua potabile nelle città italiana: le dispersioni di rete superano il 20% in 4 comuni su 5 e 13 capoluoghi hanno razionato la fornitura. Lo rileva il Report Ambiente Urbano dell'Istat relativo all'anno 2015, secondo il quale uno dei settori dove si riscontrano le maggiori carenze programmatorie e gestionali in ambito urbano è proprio quello dei servizi idrici.
L’assetto della rete di distribuzione dell’acqua potabile vede 100 gestori operanti nei 116 capoluoghi: in 105 città si tratta di gestori specializzati, in otto i servizi sono affidati in economia e in quattro sono presenti entrambe le forme di gestione. Soltanto in Emilia-Romagna, Puglia, Basilicata e Sardegna (e in alcune città del Piemonte, della Toscana e delle Marche) operano gestori che servono più capoluoghi, e in alcuni casi sul territorio di uno stesso comune operano più gestori (sei a Catania, tre a Palermo). Secondo lo studio, però, la copertura delle reti è elevata (97,7% dei residenti per l’acqua potabile, 93,4% per la rete fognaria e 88,9% per la depurazione). servizio-idrico.jpg

Nell’ultimo anno nelle reti dei capoluoghi di provincia sono stati immessi 2,6 miliardi di metri cubi di acqua per uso potabile (396 litri giornalieri per abitante, circa 7 in più rispetto al 2014). Non tutta l’acqua immessa raggiunge gli utenti finali, dato che il consumo giornaliero di acqua potabile erogata è di 244 litri per abitante (stabile rispetto al 2014).
Le dispersioni di rete continuano, infatti, a essere persistenti e gravose: il 38,3% del volume immesso in rete è andato disperso, in crescita di quasi un punto percentuale sul 2014. In più di quattro comuni su cinque (e in tutti i grandi comuni tranne Milano) le perdite di rete superano il 20% con dispersioni particolarmente elevate a Bari, Messina, Palermo, Catania e Cagliari (dove va dispersa più di metà dell’acqua immessa nella rete di distribuzione comunale). Dispersioni inferiori al 15% si rilevano soltanto a Monza, Mantova, Udine, Pordenone, Macerata, Fermo, Foggia e Lanusei.

Altro indice di inefficienza è il ricorso a misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua per uso civile domestico, attuate in 13 capoluoghi, concentrati nel Mezzogiorno (cinque in Sicilia, tre in Sardegna e Calabria, più altri due nell’Italia centrale).
La copertura del servizio di fognatura tende a migliorare (93,4%, circa 17 milioni di residenti serviti stimati, contro 92,6% del 2014). In nove città su dieci, l’infrastruttura della rete fognaria è di tipo misto: solo otto comuni (Vercelli, Padova, Bologna, Ferrara, Livorno, Grosseto, Napoli e Lecce) sono dotati di un separatore misto, più efficiente nel preservare l’ambiente.

I reflui delle reti fognarie devono essere sottoposti a trattamento per l’abbattimento del carico inquinante. L’88,9% dei residenti è collegato a impianti di depurazione delle acque reflue urbane; si stima pertanto che poco più di 2 milioni di abitanti non collegati conferiscano i loro reflui a sistemi di trattamento privati o ad altri corpi recettori. Le situazioni più critiche si riscontrano a Treviso, Benevento, Catania e Palermo, dove meno della metà dei residenti è collegata a impianti di depurazione delle acque reflue urbane.
Per la riduzione dell’inquinamento e la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana è previsto il monitoraggio delle acque di balneazione, secondo la Direttiva europea. Dei 51 capoluoghi marini o lacustri, 17 hanno emesso ordinanze di divieto di balneazione per motivi igienico-sanitari. La maggioranza è nel Mezzogiorno (9 città: tutti i capoluoghi costieri della Calabria, Palermo, Messina, Napoli e Pescara). Al Centro le ordinanze sono state emesse a Massa, Grosseto, Ancona e Fermo e al Nord a Imperia, Genova, Varese e Como. La loro numerosità segnala diffuse criticità.

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Rubinetto fontana gocciolante
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