Allarme rifiuti a Genova. Un bando per stoccare 100mila tonnellate di rumenta
Amiu e la sindaca Salis stanno cercando soluzioni all’enorme enorme quantità di immondizia indifferenziata da smaltire. Si cerca una città disposta ad accogliere la spazzatura. Il bando potrebbe essere diviso in due lotti. Per l’area di stoccaggio provvisorio si ipotizzano Scarpino e vicino a Busalla in valle Scrivia. Cercasi termovalorizzatore.
La città di Genova deve trovare
il modo di smaltire in un qualche modo una brutta quantità di immondizia: si tratta di 100mila tonnellate di indifferenziata. Per fare questo, la locale utility Amiu ha pubblicato un bando per una soluzione che prevede il ricorso al trasferimento in altre città. Molto probabile che saranno ancora una volta i gestori di impianti nel Nord Italia a rispondere alla gara – nell’auspicio che non vada deserta – per una cifra che resta da quantificare.
C’è però anche un altro problema nell’immediato e determinato anche dal fatto che molti impianti si sono saturati e il ritiro dell’indifferenziata è andata a singhiozzo, portando così ad avere cumuli di spazzatura vicino ai cassonetti in alcune zone.
Per questo motivo si punta nel breve periodo a identificare aree di stoccaggio temporaneo delle eccedenze, sul territorio del comune, così come ha chiesto anche la sindaca Silvia Salis dopo la riunione tra l’amministrazione e i vertici della società ambientale, per affrontare di petto il problema.
L’ipotesi porto
Diverse sono le ipotesi allo studio. Tra queste c’è l’opzione di un’area vicina al porto, che sarebbe stata però già esclusa come poco percorribile, per caratteristiche non adeguate (l’area è ristretta e già parecchio trafficata).
L’ipotesi Scarpino
Un’altra ipotesi è quella già nota di Scarpino per un impianto però di dimensioni più piccole. Salis non nega che ci siano valutazioni in atto: “Stiamo facendo i nostri studi ma la soluzione non è sul tavolo, Scarpino ha sicuramente problematiche di resistenza e di spazio, e comunque prima vanno vagliate le altre ipotesi regionali, sulle aree individuate dal studio fatto effettuare dalla Regione”.
L’ipotesi Busalla
Un’altra ipotesi è circolata negli ultimi mesi è un’area vicino a Busalla, in valle Scrivia. Una cosa però è certa: i tempi per il reperimento di queste aree di stoccaggio dovranno essere brevi. Da una parte Amiu ha rassicurato sul fatto che nei prossimi giorni l’emergenza dovrebbe progressivamente rientrare (alcuni impianti fuori regione hanno ripreso a funzionare regolarmente) ma dall’altra non esiste la certezza che un nuovo imprevisto non sia dietro l’angolo.
Prime assegnazioni nel 2026
Secondo fonti vicine all’azienda partecipata, il bando Amiu parla di un’assegnazione nel gennaio 2026. Molto probabilmente si tratterà di un bando in due lotti da 70mila e 30mila tonnellate. Per la prima volta nel bando, una manifestazione di interesse rivolta alle aziende del settore, Amiu garantirà il conferimento di 100mila tonnellate e quindi il corrispettivo pagamento ma chiederà, a sua volta, la garanzia che le stesse tonnellate vengano smaltite a qualsiasi condizione. In caso di guasti o saturazioni, saranno le aziende a dover gestire il problema.
Cercasi inceneritore
Un parametro preferenziale del bando sarà il fatto che le aziende propongano impianti che portino alla chiusura del ciclo con la termovalorizzazione. La soluzione immediata chiesta ad Amiu quindi – “non è che ci siano molte altre alternative”, ha osservato Salis – è di trovare uno o più spazi, logisticamente funzionali in termini di distanza e costi, dove i compattatori possano svuotare in attesa che gli impianti finali in Lombardia e Piemonte utilizzati da Amiu tornino a ricevere a pieno regime.


