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L’analisi Assoambiente: a Roma sistema dei rifiuti fragile, pochi impianti e differenziata insufficiente

where Roma when Gio, 20/12/2018 who roberto

I dati elaborati sulla base del “Rapporto rifiuti urbani 2018” di ISPRA evidenziano che su circa 2,3 milioni di tonnellate prodotte nel 2017, circa 1,5 milioni

Nel 2017 a Roma si sono prodotte rifiutiroma.jpgcirca 2,3 milioni di tonnellate di rifiuti, quasi 534 kg pro-capite (media nazionale circa 489 kg pro-capite).  Di queste, 1 milione sono state raccolte in modo differenziato (45%): la frazione organica, la voce principale, rappresenta circa il 38% (circa 400mila ton), segue carta/cartone con 290mila ton (28%), il vetro con circa 150mila ton (15%) e infine altri rifiuti (imballaggi, legno, costruzione e demolizione, ingombranti). Oggi la frazione organica viene quasi tutta portata fuori dalla Capitale, dove i sei impianti di compostaggio presenti nel 2017 hanno gestito solo 33mila tonnellate. FISE Assoambiente, l’associazione che rappresenta le imprese che svolgono attività di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali analizza i dati Ispra tentando di chiarezza sulla gestione dei rifiuti a Roma.
 
I rifiuti raccolti in modo indifferenziato - si legge nell’analisi - sono 1,3 milioni di ton e vengono gestiti principalmente negli impianti di TMB (trattamento meccanico-biologico). Questi impianti sfruttano l’abbinamento di processi meccanici a processi biologici e, secondo i dati medi nazionali registrati da ISPRA, separano alcuni materiali per il riciclo (10% di materiali ferrosi/non ferrosi/plastica e frazione organica biostabilizzata, usata soprattutto per copertura delle discariche) dalla restante parte avviata in parte a recupero energetico come combustibile solido secondario - CSS (38%) ed in parte smaltita in discarica (62%).
 
A Roma sono presenti attualmente un termovalorizzatore (Colleferro) e due discariche, che gestiscono circa 12mila ton di rifiuti urbani, mentre circa 1,5 milioni di ton sono destinate a impianti fuori Regione (se si considera che circa 300mila ton sono conferite in Regione all’impianto di termovalorizzazione di San Vittore). I dati evidenziano come l’attuale situazione della gestione rifiuti a Roma sia contraddistinta da mancanza di impianti sufficienti per il trattamento della frazione organica, di termovalorizzatori, di discariche, bassa efficienza dei TMB, bassa raccolta differenziata, forte vulnerabilità e fragilità del sistema (dipendenza da altri impianti e da intermediari).  Nessuna capitale europea oggi è in questo stato, tutte riciclano con risultati più significativi e tutte hanno almeno un termovalorizzatore.
 
Questa situazione non tiene conto degli ultimi fatti di cronaca, con l’impianto di TMB Salario ormai chiuso e quindi altre 600.000 tonnellate di “tal quale” aggiuntive da smaltire.  
 
“Oggi la situazione non è cambiata molto dal punto di vista sostanziale rispetto al passato - dichiara Chicco Testa, Presidente FISE Assoambiente - , anche prima i rifiuti urbani venivano portati fuori Regione dopo il trattamento TMB, solo che ci andavano come rifiuti “speciali” (es. combustibile per inceneritori e cementifici). Adesso ci andranno “tal quali”, a prezzi crescenti e con la ridotta disponibilità di altre regioni a prenderli. Se non si corre ai ripari subito, pianificando la costruzione degli impianti necessari e lavorando seriamente sulle raccolte differenziate, la proiezione per i prossimi anni è destinata ad allarmare non poco. Immaginando che Roma sia in grado di riciclare nel 2035 il 65% dei rifiuti, come chiede la Direttiva sui rifiuti del Pacchetto sull’ economia circolare, andranno colmati almeno 30 punti in più di raccolta differenziata, per raggiungere il 75%, visto che non tutto quello che si raccoglie in modo differenziato può essere riciclato. Un obiettivo oggi ancora molto lontano”. Inoltre, per il restante 35% (inclusi gli scarti della raccolta differenziata) e per il trattamento della frazione umida serviranno i seguenti impianti: 4/5 impianti di digestione anaerobica per la frazione umida (capacità media pari a 100.000 ton ciascuno ); termovalorizzatore per almeno 600.000 ton (più o meno come Acerra); discarica di servizio a Roma o nel Lazio; servono 1/1,5 miliardi di investimento per avere evidenti benefici: tariffe più basse, energia verde prodotta, sistema sicuro e stabile per decenni.
 
Desecretato il resoconto Ama - La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha approvato la desecretazione di un documento. La desecretazione interessa la parte segreta del resoconto stenografico dell’audizione di Daniele Fortini, presidente pro tempore del Consiglio di amministrazione di Ama Spa, svoltasi il 2 agosto 2016.

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