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Analisi. Il ciclo rifiuti in Italia vale 14 miliardi di euro

where Milano when Mer, 29/09/2021 who roberto

La gestione rifiuti è un comparto che occupa 95mila lavoratori, sottolineano gli analisti di Sensoworks, la startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale

Sensoworks, la società specializzatarifiuti.jpg in monitoraggio infrastrutturale supportata da piattaforme multilivello, rimarca notevoli ritardi in Italia nell’impiantistica per chiudere il ciclo dei rifiuti, un comparto che fattura circa 14 miliardi di euro all’anno, l’equivalente dello 0,8% del PIL nazionale, e che occupa 95 mila lavoratori, l’1,58 % dell’intero comparto industriale.

L’analisi della Corte dei Conti
“L’andamento degli investimenti nel settore del waste management è stato altalenante negli ultimi anni, marcando un calo complessivo del 33%, poi interamente recuperato nell’ultimo anno, arrivando nuovamente a toccare 1,5 miliardi di euro di investimenti, sostenuti in parte dalle amministrazioni pubbliche (20%) ma soprattutto dalle aziende di gestione dei servizi (80%), per un totale di 9 miliardi di euro investiti in 7 anni” osservano gli analisti di Sensoworks, facendo riferimento ai dati del Rapporto 2021 della Corte dei Conti. “Poco meno della metà degli investimenti è relativa alla fase di raccolta (748 milioni di euro), mentre 754 milioni di euro sono per la realizzazione degli impianti – aggiungono. Quanto agli impianti, - 345 milioni di euro vengono spesi per il recupero energetico, 132 milioni per le discariche, 130 milioni per gli impianti di selezione, 73 milioni per il compostaggio, 57 milioni per il trattamento meccanico-biologico (TMB) e 17 milioni per i digestori anaerobici.

Tempi di realizzazione e proiezioni
Il tempo medio per la realizzazione di un impianto è di oltre 4 anni, con punte che arrivano anche a 10 anni. Ci vogliono mediamente 32 mesi per la progettazione, 6 mesi per l’affidamento e 12 mesi per la realizzazione. “Di fronte a questi dati incontrovertibili non basteranno certo i fondi del PNRR. Occorrono invece decreti di semplificazione. Più che un problema di risorse, infatti, in Italia abbiamo un problema di procedure” sottolinea Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks (www.sensoworks.com). In Italia, applicando i dati storici, la proiezione di spesa dei lavori pubblici avviati nel 2021 raggiungerebbe il suo massimo nel 2025 e consentirebbe di impiegare una percentuale delle risorse complessive almeno pari al 90% solo a partire dal sesto anno successivo all’avvio della procedura, ossia nel 2027. Se a questo flusso di spesa si affiancasse un ulteriore flusso di analogo importo relativo alle procedure avviabili in uno dei due anni previsti per le procedure del PNRR, emergerebbe la necessità di triplicare la velocità di spesa al fine di poter spendere almeno il 95% delle risorse entro il limite massimo di 5 anni.

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