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Cassazione, Abbanoa deve pagare oltre 5 milioni all'ex Asi di Sassari

where Sassari when Gio, 05/12/2019 who roberto

La sentenza della Cassazione chiude l'annosa controversia legale con il Consorzio industriale

La Cassazione mette la parola fine abbanoa.jpgalla lunga querelle giudiziaria che ha interessato Abbanoa e il Consorzio industriale ex Asi di Sassari. Un verdetto - leggiamo su La Nuova Sardegna -  che respinge il ricorso del gestore unico contro la sentenza della Corte d'Appello di Sassari che, a sua volta, aveva confermato la decisione del giudice di primo grado Silvio Lampus.

Per quel servizio di depurazione e smaltimento delle acque reflue di Porto Torres - fornito dal Consorzio provinciale tra il 2010 e il 2013 - Abbanoa deve quindi pagare in totale cinque milioni e 274mila euro. Respinta, in conclusione, l'opposizione di Abbanoa contro i due decreti ingiuntivi chiesti e ottenuti dal Consorzio. I decreti erano il numero 941 del luglio 2013, con il quale si intimava il pagamento di due milioni di euro e il numero 1257 di ottobre dello stesso anno per la richiesta di 3 milioni e 250mila euro. All'emissione dei decreti (che sono poi stati riuniti) si era arrivati perché il gestore non aveva proceduto al pagamento delle fatture emesse tra il 2010 e il 2013 dal Consorzio industriale (che dispone di un proprio depuratore cui è collegato il collettore che raccoglie le acque destinate alla depurazione di Porto Torres).

Abbanoa aveva presentato ricorso in Appello, contestando tra le altre cose il fatto che il tribunale avesse “riconosciuto valenza probatoria ai documenti prodotti dal Consorzio a sostegno del proprio credito, nonostante le contestazioni della società di gestione in merito alla loro formazione unilaterale”. Il Consorzio, secondo il gestore unico, avrebbe fatturato “il triplo di quanto dovuto basandosi illegittimamente su rilevazioni mai concordate con Abbanoa, senza alcuna verifica o controllo dell' effettiva funzionalità dei contatori”. Ma la Cassazione non ha accolto le censure rilevate. “È la conseguenza - replica Abbanoa - di un vuoto di normazione secondaria, che per lungo tempo ha influenzato i rapporti economici tra il gestore unico e i Consorzi industriali provinciali.

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