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La crisi si mangia l’energia: giù del 32% le acquisizioni e corsa alla vendita degli asset non strategici

where Milano when Lun, 30/07/2012 who redazione

Lo dicono i risultati semestrali dell’Osservatorio Agici sulle strategie dei grandi gruppi energetici europei. Nel 2012 già effettuate cessioni per 21 miliardi di euro, la stessa cifra raggiunta nell’intero 2011. Spazi di sviluppo nel gas e nelle rinnovabili

Il settore europeo dell’energia sta affrontando il quarto anno di crisi, da cui non sembra esserci una uscita nel breve periodo. E la recessione sta cambiando in maniera profonda le strategie dei grandi gruppi dell’elettricità e del gas. In particolare, calano le acquisizioni, del 32% nell’elettricità e del 12% nel gas, mentre continua l’ondata di vendite di asset no-core: nei primi sei mesi del 2012 sono stati raggiunti i 21 miliardi di euro, la stessa cifra dell’intero 2011. Non solo. Le aziende puntano sempre di più a crescere fuori dall’Europa, in particolare negli Stati Uniti e in America Latina, mentre i business più attrattivi sono le fasi a monte della filiera del gas e le rinnovabili.
È quanto emerge dall’Osservatorio merger and acquisition utilities “Le strategie dei grandi gruppi energetici europei: i risultati semestrali 2012” di Agici.
Chi disinveste lo fa vendendo soprattutto a istituzioni finanziarie e grandi fondi di investimento internazionali come la Cassa depositi e presiti, Macquire infrastructure fund o 3i. I disinvestimenti, spiega la società di consulenza milanese guidata dal professor Andrea Gilardoni, hanno lo scopo di ridurre il debito ma anche di trovare risorse liquide per finanziare i piani d’investimento. “L’energia sta cambiando pelle – osserva Gilardoni. – La crisi economica e l’efficienza energetica stanno riducendo i consumi, mentre lo sviluppo delle rinnovabili e la crisi del nucleare stanno mutando in maniera importante il mix. Inoltre la penetrazione della generazione distribuita sta modificando i modelli di produzione e la gestione delle reti. Queste considerazioni valgono non solo per l’Europa ma anche e forse ancor più per l’Italia”.
Il rapporto completo sarà presentato a febbraio 2013.