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Depurazione: Commissario Giugni, la condanna non sorprende, lavoriamo con istituzioni

where Roma when Gio, 14/10/2021 who roberto

“Agglomerati in infrazione a macchia di leopardo: non paghiamo ancora una multa, ma i costi sono ambientali”, dice il Commissario Unico per la Depurazione

“La sentenza della Corte di Giustizia europeamaurizio-giugni.jpg sulla procedura 2014/2059 non ci lascia purtroppo sorpresi: l’allora Ministero dell’Ambiente aveva per tempo allargato il campo d’azione della nostra Struttura Commissariale non solo alle due procedure per cui l’Italia è stata già condannata, ma anche a una parte degli agglomerati compresi negli altri due procedimenti in fase istruttoria, di cui uno oggi arriva allo stadio di condanna”. Lo afferma il Commissario Unico per la Depurazione Maurizio Giugni (nella foto).
 
Una decisione molto diversa da quella del 2004
“La decisione della Corte – aggiunge Giugni – riguarda in questo caso tanti piccoli centri, con una collocazione geografica a macchia di leopardo senza distinzioni di latitudine. Ben diversa, dunque, dalla procedura 2004/2034, per cui paghiamo già una sanzione pecuniaria all’Europa, che si rivolge ad agglomerati più grandi, prevalentemente al Sud e in particolare in Sicilia. “La nostra missione – ha ricordato Giugni – è rispondere a quattro procedure d’infrazione. Lavoriamo contemporaneamente su 96 interventi, due terzi dei quali sono in Sicilia, ma anche in Campania, Calabria e in parte minore in Basilicata e Lazio”. È il segno – osserva Giugni – che la mancanza di adeguate infrastrutture idriche non fa differenze tra i territori e spesso può coincidere con la difficoltà dei piccoli comuni di far fronte da soli alle complessità tecniche e procedurali che attengono alla realizzazione di queste opere, quota parte del servizio idrico integrato”.
 
Prepareremo ricorso
“Come è sempre accaduto, prepareremo con la Presidenza del Consiglio, il Ministero della Transizione Ecologica e quello della Coesione Territoriale un ricorso che, sulla base delle informazioni in nostro possesso e di quelle che perverranno dalle Regioni e dagli enti locali, provi a limitare il numero degli agglomerati in infrazione, convincendo le istituzioni continentali laddove le singole realtà si siano già messe in regola o lo stiano concretamente per fare attraverso l’avvio dei lavori”.  “Siamo nella fase di condanna – conclude Giugni – ma non ancora all’individuazione della sanzione pecuniaria e al relativo pagamento: c’è però già un costo che stiamo pagando da tempo, ed è quello sull’ambiente e la qualità delle acque dei fiumi e dei mari”.

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