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Federutility e l’acqua – D’Ascenzi: “ Il festival è aperto anche ai forum”

where Roma when Lun, 30/09/2013 who redazione

Così il vicepresidente di  Federutility e ideatore del Festival dell’Acqua, risponde alle  polemiche abruzzesi sulla presenza della manifestazione a  L’Aquila dal 6 all’11 ottobre, escludendo che ci sia “l’atteggiamento di chi stia tramando oscure manovre di privatizzazione”

“Alle osservazioni del Forum dei  movimenti per l’acqua rispondiamo con i fatti: sono tutti  invitati e benvenuti e saremo lieti di confrontarci apertamente  su tutti i temi”. Così Mauro D’Ascenzi, vicepresidente di  Federutility e ideatore del Festival dell’Acqua, risponde alle  polemiche abruzzesi sulla presenza della manifestazione a  L’Aquila dal 6 all’11 ottobre, aggiungendo che “il festival è aperto a tutti” ed escludendo che ci sia "l’atteggiamento di chi stia tramando oscure manovre di privatizzazione".    
D’Ascenzi, in una nota, aggiunge che "il presidente del  Comitato Italiano Contratto Mondiale dell’acqua, Rosario Lembo è  già uno dei relatori alla tavola rotonda di apertura di lunedi 7  ottobre, proprio intitolata ‘acqua bene comune’. Per sei giorni si parlerà di acqua sotto qualsiasi angolazione: tecnica, giuridica, scientifica, spaziale, filosofica, didattica e  quant’altro. Il tema dell’acqua come ‘bene comune’ è uno dei  tanti affrontati in modo serio e senza pregiudizi".   
Il vice presidente di Federutility rileva che "la scelta di  come gestire le risorse idriche e gli assetti idrogeologici in  Italia è un tema serio e non va sminuito con slogan e luoghi  comuni, sennò si mantiene la situazione attuale in cui tutti dicono che l’acqua è importante, ma nessuno investe per  tutelarla.
Ricordando il referendum del 2011, D’Ascenzi afferma: "Siamo stati aggrediti , in alcune città d’Italia anche fisicamente, e siamo diventati i nemici del referendum, a parere di alcuni, per  il semplice fatto di aver affermato che il referendum era importante, ma non risolveva il problema. I fatti ci danno ragione. A due anni dai risultati, fantastici di partecipazione  popolare, si deve ancora capire come sostenere il servizio idrico.
“Si è tornati - osserva D’Ascenzi - in una incertezza normativa ed economica. Bisogna capire un dato: che i soldi  siano pubblici, che ci siano finanziamenti europei o nazionali o che ci sia il ricorso ai mutui bancari, gli interventi di  manutenzione vanno realizzati”. Ci si lamenta degli acquedotti  colabrodo, ma chi dovrebbe farli e con quali soldi? Lo Stato senza risorse? I Comuni bloccati dal patto di stabilità? Servono ogni anno due miliardi e mezzo di euro per i prossimi 30 anni. Per migliorare il servizio idrico, in Europa e nel mondo  occidentale, si spendono 80 euro all’anno per ogni cittadino. In Italia ne spendiamo 26, con il risultato - conclude - che siamo  in ritardo sulla depurazione e la Corte Europea ci ha già  multato come inquinatori dell’ambiente".

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