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​Fise, aziende a rischio chiusura per il recepimento della direttiva sui fumi industriali

where Roma when Lun, 06/07/2015 who michele

Con il decreto legge n. 46 del 4 marzo 2014, spiegano le associazioni, l'Italia ha fissato al 7 luglio il termine entro cui la Pubblica Amministrazione è tenuta a rilasciare l'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) recependo la Direttiva Ue

impiantosmaltimentorifiuti.jpgDal 7 luglio diverse imprese italiane, in primis quelle impegnate nelle attività di recupero e smaltimento dei rifiuti, rischiano di dover interrompere le proprie attività a causa di un “inopportuno se non addirittura errato” recepimento della direttiva europea sulle emissioni industriali. Lo denunciano le associazioni di Confindustria Fise Assoambiente (igiene ambientale, raccolta e smaltimento rifiuti) e Fise Unire (recupero dei rifiuti), che sottolineano di aver più volte sollecitato in questi giorni il ministero dell'Ambiente per porre rimedio alla situazione.

L’Aia entro il 7 luglio - Con il decreto legge n. 46 del 4 marzo 2014, spiegano le associazioni, l'Italia  - recependo la Direttiva Ue - ha fissato al 7 luglio 2015 il termine entro cui la Pubblica Amministrazione è tenuta a rilasciare l'Aia (Autorizzazione integrata ambientale), richiesta entro il 7 settembre scorso dalle imprese incluse, in base alle nuove disposizioni, tra le attività soggette ad Ipcc, cioè prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento. Il legislatore italiano, in aggiunta, ha previsto la sospensione dell'esercizio dell'impianto in attesa che si perfezioni il procedimento istruttorio, se questo non si sarà concluso entro il 7 luglio.

Lo stress normativo - “Le imprese, pur avendo rispettato la scadenza per la presentazione della domanda di Aia, si troveranno obbligate a bloccare la propria attività nel caso di ritardi nel rilascio del provvedimento da parte delle autorità competenti”, evidenziano le associazioni, secondo cui “il perdurare di disposizioni più penalizzanti nella legislazione quadro del nostro Paese sottopone gli operatori italiani ad uno 'stress normativo' che aumenta il gap con i concorrenti europei”.

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Impianto di recupero, selezione e smaltimento rifiuti
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