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Green Book 2018 - Al Sud meno rifiuti e meno servizi che al Nord, ma si paga di più

where Roma when Ven, 04/05/2018 who roberto

Circa 100 euro in più l’anno per la famiglia media. Il documento di Utilitalia e CDP conferma che la raccolta differenziata è a due velocità: Nord e Sud sono divisi anche sulla dotazione di impianti

Un paese diviso in due nellacopertinagreenbook.jpg raccolta differenziata: il Nord con quasi tutte le province sopra il 50% e il Sud con situazioni fortemente arretrate; se la famiglia media (tre persone in 100 metri quadri) che abita al Nord paga di tassa rifiuti 271 euro, nel Mezzogiorno lo stesso nucleo arriva a pagare di Tari fino 362 euro l'anno, ma con il paradosso per il quale nel Sud in media si produce il 13% in meno dei rifiuti pro-capite delle Regioni settentrionali. Nel Mezzogiorno, insomma, si "consuma" meno ma si paga di più. Tutto questo si traduce nei risultati del servizio, che allargano il solco fra le due Italie dei rifiuti, come mostra bene il tasso di raccolta differenziata: nelle città settentrionali ha raggiunto ormai il 64,2% mentre nei centri meridionali si ferma al 37,6%, cioè 26,6 punti sotto.

Questa la fotografia del settore rifiuti urbani scattata dal GREEN BOOK 2018, realizzato per UTILITALIA dalla Fondazione Utilitatis in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e presentato a Roma al Tempio di Adriano.
Da una mappatura degli operatori emerge una larga prevalenza di aziende a partecipazione pubblica al centro-nord e una presenza residuale al sud (al 33%).  Nel Mezzogiorno si ricorre in modo preponderante al trattamento in discarica (62%), mentre al Nord il 69% dei rifiuti è avviato a trattamento negli impianti di recupero energetico.
 
“Non si può non mettere in evidenza l’eterogeneità che caratterizza la situazione nazionale. Significative differenze anche sul livello qualitativo e sui costi del servizio, con il paradosso - osserva il vicepresidente di Utilitalia, Filippo Brandolini - che si registrano costi maggiori là dove qualità ed efficacia del servizio sono invece inferiori. Dipende dal livello di industrializzazione e dalla presenza o meno di imprese strutturate. Il via libera del Parlamento Europeo al pacchetto di misure sull’economia circolare comporterà un’evoluzione nell’organizzazione dei servizi e delle imprese, ma c’è molta attesa anche dall’avvio concreto della regolazione sul settore rifiuti da parte dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA)”.“Utilitalia auspica che con il lavoro del regolatore - afferma Brandolini - potremo giungere gradualmente al superamento della legislazione concorrente tra Stato e Regioni, accelerare il riassetto della governance, favorire il superamento della frammentazione, e accelerare il percorso verso l’adozione di una tariffa corrispettiva, capace di commisurare il costo alla quantità e alla qualità del servizio, nel rispetto del principio europeo ‘chi inquina paga’”. 
 
"Il Green Book scatta la fotografia del settore rifiuti all’avvio della regolazione di ARERA - rileva Valeria Garotta, direttore della Fondazione Utilitatis - . I dati cristallizzano il mancato compimento del disegno normativo secondo cui il ciclo integrato dei rifiuti deve essere organizzato per ambiti territoriali di dimensioni adeguate: dal permanere dell’inoperatività di alcuni enti di governo d’ambito, all’elevata frammentazione gestionale; dagli squilibri territoriali nell’assetto impiantistico, all’elevato numero di gare bandite per singoli comuni e brevi durate. L’auspicio è che la prossima edizione del rapporto possa catturare importanti cambiamenti, messi in moto dall’intervento di ARERA. Inoltre, rispetto alle precedenti edizioni, il Green Book si arricchisce di una mappatura puntuale dei gestori nei singoli comuni e di un focus sui grandi centri urbani”. 

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