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​Ricerca Federconsumatori, l’acqua più cara la pagano i toscani. La più economica è a Isernia

where Roma when Lun, 19/05/2014 who redazione

Il dato emerge dalla tredicesima indagine nazionale realizzata dal Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione Federconsumatori sui 112 capoluoghi di provincia italiani. Le città più care si trovano in Toscana: si tratta di Pisa (381 euro), Siena e Grosseto (379 euro). Seguono Enna (369 euro), Prato, Pistoia e Firenze (365 euro). La palma del risparmio va a Isernia (86 euro), Milano (88 euro), Cosenza (110 euro), Campobasso (126 euro), Monza (128 euro)

Una famiglia di tre persone, con un consumo annuo di acqua pari a 150 metri cubi, spende mediamente 241 euro. Ciò significa che il servizio idrico integrato costa mediamente 1,60 euro per metro cubo di acqua misurata. Il dato emerge dalla tredicesima indagine nazionale realizzata dal
Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione Federconsumatori sui 112 capoluoghi di provincia italiani. Le città più care si trovano in Toscana: si tratta di Pisa (381 euro), Siena e Grosseto (379 euro). Seguono Enna (369 euro), Prato, Pistoia e Firenze (365 euro), Livorno (362 euro), Urbino e Pesaro (359 euro). Le città meno care, invece, sono Isernia (86 euro), Milano (88 euro), Cosenza (110 euro), Campobasso (126 euro), Monza (128 euro), Alessandria (129 euro), Varese (132 euro), Imperia (133 euro), Catania e Como (138 euro). La macroarea con la bolletta più elevata è il centro Italia, seguita dal Nord Est. Seguono il Sud e le isole e infine il Nord Ovest.
Nell'ultimo biennio emerge un aumento medio nelle città capoluogo di provincia approvato dall'Aeegsi pari al 6,3%, per un importo medio di 15 euro (a fronte di richieste avanzate dalle Ato all'Aeegsi di aumenti del Theta 2013 pari all'11,9%). Tra gli aumenti 2013 riconosciuti fino ad ora dall'Aeegsi (su 61 città) quello più elevato si registra a Lecco (+13,4%), quello più contenuto a Monza (+0,2%). Se si allarga il confronto con la bolletta del 2000, l'aumento risulta del +67%, mentre l'indice dei prezzi è stato del +30%. L'aumento medio della bolletta nell'ultimo decennio è stato il doppio rispetto alla crescita dell'inflazione.
“La nostra Associazione, oltre al concreto impegno per far rispettare quanto deciso dal referendum, da anni chiede l'approvazione della nuova tariffa sociale per il servizio idrico e lo sviluppo del massimo confronto con i rappresentanti dei cittadini sulle tariffe, sulle carte dei servizi nonché sugli investimenti e i loro risultati”, dichiara Mauro Zanini, vicepresidente Federconsumatori. Per quanto riguarda il rimborso medio della remunerazione del capitale investito per il periodo dal 21 luglio al 31 dicembre 2011 (per le 45 città che hanno partecipato alla nostra indagine ed escludendo le città che all'epoca applicavano le tariffe Cipe), il valore medio della restituzione è al momento pari a 2,7 euro ad utente. In merito alle carte dei servizi, emergono forti differenze tra le 81 province analizzate: dai 2 giorni per “l'esecuzione dell'allacciamento” di Benevento ai 126 giorni dell'acquedotto pugliese (al netto di eventuali autorizzazioni), con un tempo medio di 36 giorni. Il “tempo di attivazione massimo della fornitura” varia da un giorno (a Benevento) a 60 giorni (a Cosenza), con una media nazionale di 9 giorni. Nel 92% dei casi è prevista un'indennità se non viene rispettata la tempistica di attivazione della fornitura. I tempi di rettifica di fatturazione vanno dai 2 giorni di Padova (Acegas) ai 252 giorni dell'acquedotto pugliese. Forti differenze si verificano anche negli standard sulla verifica della pressione e nella risposta ai reclami scritti (senza sopralluogo): dal giorno stesso di Alessandria ai 63 giorni di Belluno. Sulla ricerca programmata annua delle perdite nei chilometri di rete vi è ancora molto da fare: va dal 40% ad Asti, al 20% a Bologna, Udine, Terni, per l'acquedotto pugliese e lucano. L'entità dei rimborsi (indennizzi) per inadempimenti contrattuali ammonta dal minimo a 2
euro per l'acquedotto lucano, a 50-500 euro per metropolitana milanese. Per quanto riguarda, infine, la tipologia dei reclami, quelli più diffusi riguardano gli inadempimenti contrattuali (23%) il mancato rispetto degli standard di servizio (22%) ed errori di fatturazione (21%).

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Mauro Zanini, vicepresidente Federconsumatori