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Ricerca. Italiani pronti a ridurre i consumi d’acqua imbottigliata in teoria, ma non nei fatti

where Bologna when Ven, 09/04/2021 who roberto

La ricerca di Toluna per Culligan International evidenzia che il 76% degli intervistati è pronto a ridurre il proprio utilizzo di plastica monouso, eppure più della metà non modifica i propri comportamenti

Negli ultimi anni, le campagne di sensibilizzazioneacqua-pet.jpeg sulle buone pratiche ambientali hanno contribuito ad aumentare il livello di informazione e la consapevolezza dei cittadini sulla necessità di proteggere il nostro Pianeta e salvaguardarne le risorse. A confermarlo, la ricerca condotta da Toluna a febbraio 2021 su un panel internazionale per il Gruppo Culligan, leader mondiale nei sistemi per il trattamento dell’acqua. Lo studio mira a indagare comportamenti legati al consumo di acqua da bere - a casa e fuori casa - in un anno senza precedenti, segnato dalla pandemia di Covid-19.
 
Secondo i dati emersi dalla ricerca, il 76% degli intervistati italiani ritiene che ridurre l’utilizzo di plastica monouso - ad esempio, sostituendo le bottiglie in PET con borracce riutilizzabili e prediligendo l’acqua del rubinetto alle minerali - sia una delle prime azioni da compiere per ridurre il proprio impatto ambientale. Nonostante ciò, cambiare le “vecchie” abitudini sembra non essere così semplice: sempre secondo la ricerca Culligan, il 59% del campione intervistato preferisce ancora consumare acqua minerale in bottiglia a casa, e il 66% fuori casa.
 
Eppure, la ricerca rileva che il 60% degli intervistati in Italia è consapevole che l’abuso di oggetti in plastica monouso come le bottiglie d’acqua minerale è dannoso per l’ambiente e che la loro riciclabilità non risolve il problema ecologico. Nel nostro Paese, il tasso di riciclo della plastica è pari al 29% sul totale della raccolta, mentre il resto finisce negli inceneritori o nelle discariche.
 
È così che l’Italia conserva il primato europeo per il consumo di minerali, con ben 8 miliardi l’anno di bottiglie acquistate. Tra gli altri Paesi nostri ‘vicini’, ben più avanti nel passaggio all’acqua del Sindaco, Olanda e UK, dove rispettivamente l’83%, il 70% dichiara di prediligere il consumo di acqua del rubinetto a casa propria.
 
Con l’arrivo della pandemia, i buoni propositi di consumi ‘green’ hanno perso priorità: la centralità dell’attenzione sull’emergenza sanitaria ha portato l’Italia verso un ulteriore aumento del consumo di acqua in bottiglia, pari a un +2% rispetto all’anno precedente. La percezione di maggiore sicurezza delle minerali è alla base di tali consumi: quasi il 50% degli intervistati, infatti, è convinto che l’acqua del rubinetto sia meno sicura di quella confezionata, nonostante l’Italia possa vantare uno dei migliori acquedotti a livello europeo, strettamente regolato dal Decreto 31/2001 e soggetto a costanti controlli delle Asl che ne certificano la salubrità dell’acqua.
 
Per chiunque senta la necessità di migliorarne ulteriormente le qualità organolettiche, inoltre, esistono in commercio sistemi per il trattamento dell’acqua al punto d’uso in grado di eliminare l’odore di cloro, di regolare la presenza di sali in base a gusti ed esigenze, nonché di refrigerare e gasare l’acqua all’istante. Una valida alternativa al consumo di acqua in bottiglie di plastica che può rappresentare una pratica soluzione per gli Italiani pronti a compiere quel passo in più a favore di consumi concretamente green.

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