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Per i sindacati le proposte normative ricevute dalle aziende sono sproporzionate rispetto all’esigua proposta economica

Dopo 14 mesi ancora una fumata nera nella trattativa per il rinnovo del contratto del settore gas-acqua (interessati oltre 45 mila lavoratori) scaduto il 31 dicembre 2015. I sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno immediatamente dichiarato lo stato di agitazione e avviato la procedura per la dichiarazione di sciopero, in quanto le proposte ricevute dalle associazioni imprenditoriali del settore sono state considerate "irricevibili".
In particolare - sottolineano i sindacati - le pretese sul piano normativo (demansionamento, codice disciplinare, ecc.) sono del tutto sproporzionate a fronte di una proposta economica esigua, ulteriormente ridotta dalle richieste datoriali di modifica peggiorativa su uscita turni, lavoro supplementare e superamento delle indennità.
Le associazioni delle aziende Anfida, Assogas, Anigas, Igas, Confindustria Energia e Utilitalia sottolineano che dopo 14 mesi di trattativa caratterizzata dal confronto nel merito sui principali istituti normativi ed economici del rinnovo e nella quale si erano riscontrate convergenze appare incomprensibile l'atteggiamento di contrasto incentrato anche su aspetti che sembravano risolti.
La proposta economica avanzata dalle Associazioni datoriali - sulla quale si basa parte dell'insoddisfazione delle OOSS - riflette il posizionamento del settore Gas-Acqua rispetto ad altri settori nei quali, anche di recente, sono stati rinnovati i CCNL.
Secondo i rappresentanti delle aziende, le modifiche normative richieste non rappresentano un ostacolo insormontabile alla chiusura del negoziato, né alterano l'equilibrio della proposta economica: è per questo che ritengono "incomprensibile" il giudizio di irricevibilità delle proposte, la mancata volontà di compiere uno sforzo negoziale finale e la stessa interruzione delle trattativa da parte delle Organizzazioni sindacali.