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Riuso delle acque, a Prato 10 Mmc di acqua riutilizzabili per industria, agricoltura, pulizia

where Prato when Gio, 21/07/2022 who roberto

Entro il giugno 2023 l’Italia dovrebbe recepire il regolamento europeo “Regolamento recante prescrizioni minime per il riutilizzo dell’acqua”

La città di Prato, terza città dell’Italiaacqua.jpg centrale con i suoi 200.000 abitanti è in questi giorni al centro dell’attenzione per una delle sue best practice: il riuso idrico. La raccolta e depurazione degli scarichi civili e industriali e il suo riuso sono infatti possibili a Prato grazie alla società pubblico privata Gida, società nata nel 1981 e partecipata al 46,92% dal Comune di Prato, insieme a Confindustria Toscana Nord (45,08%) e Consiag (8%).

Cosa fa Gida 
Ogni anno Gida raccoglie – sia da scarichi civili che industriali – fino a 35 Mmc (milioni di metri cubi) di acque reflue che vengono depurate. Dopo la depurazione, gli impianti di affinamento ne trattato ulteriormente 3,5 Mmc per il fabbisogno delle industrie del distretto tessile, al quale vengono redistribuiti tramite una rete idrica industriale, che misura oltre 75 chilometri e che rifornisce di acqua riciclata adeguatamente depurata e affinata oltre 300 aziende di Prato, di cui circa 70 per il processo industriale e le altre per gli impianti antincendio. Ma gli impianti di affinamento di Gida spa, che ad oggi trattano solo 3,5Mmc ovvero la quantità richiesta dalle industrie, potrebbero trattare e redistribuire fino a 10 Mmc se la normativa consentisse poi di riusare quest’acqua anche a scopo irriguo – alimentare o non alimentare – o anche per attività come la pulizia strade. Ad esempio, Gida aveva un’autorizzazione per l’uso irriguo per il verde pubblico: tre anni fa è stata sospesa in attesa di un parere in merito del Ministero per l’Ambiente, che ancora non è arrivato. Attualmente quindi, tutte le acque reflue depurate che non vengono affinate per essere distribuite alle industrie, vengono reimmesse nel reticolo idrico superficiale, tramite canali. Si confida anche che il recepimento da parte dell’Italia del regolamento Ue 2020/741 “Prescrizioni minime per il riutilizzo dell'acqua”, possa modificare l’impostazione di fondo della gestione delle acque depurate e consentire con più facilità il riuso.

La città ha investito sul riuso
Entro giugno 2023 dovrebbe venire recepito il regolamento Ue 2020/741 “Prescrizioni minime per il riutilizzo dell'acqua”, ma alla Legge di recepimento l'Italia sta ancora lavorando. È significativo che alla redazione del regolamento europeo ha contribuito la città di Prato, dentro la Partnership of the EU Urban Agenda on Circular Economy. (info https://www.arcolab.org/en/trattamento-delle-acque-reflue-per-usi-agricoli-un-progetto-europeo-nato-a-prato/ ) perché Prato, grazie a Gida, è all’avanguardia nel riuso idrico. Il contesto della siccità di questi giorni obbliga infatti ad interrogarci non solo sui cambiamenti climatici e la scarsità di piogge ma anche sulla capacità di depurare e riusare le acque. Oggi, infatti, dai dati in possesso di ARERA, solo il 4% delle acque reflue depurate viene riusato; per l’uso agricolo, ad esempio, secondo uno studio di Ref ricerche, si potrebbero riutilizzare circa 5 miliardi di metri cubi di acqua depurata l’anno e si potrebbe coprire il fabbisogno di circa il 45% della domanda irrigua nel nostro Paese.
Se Gida ha acquisito un ruolo determinante nel recupero ai fini del riutilizzo delle acque reflue è perché la Città di Prato ha investito sull’economia circolare molto in anticipo sui tempi, oltre 40 anni fa, creando un'alternativa all'approvvigionamento di acqua di falda per gli usi industriali. Il tessile, infatti, è anche fortemente idrovoro: il quarto “tra i settori che utilizzano più materie prime e acqua dopo il settore alimentare, l’edilizia abitativa e i trasporti”. Ciò ha garantito nel tempo un equilibrio fra le esigenze dell'industria tessile pratese e i bisogni del territorio. Il recupero, la depurazione, l'affinamento e la redistribuzione delle acque usate potranno permettere di affrontare tempestivamente la carenza idrica, evitando di dover drammaticamente scegliere, in un prossimo futuro, fra consumi civili e industriali. Oggi Gida gestisce gli impianti di depurazione a servizio dei comuni di Prato, Vaiano, Vernio e Cantagallo, l’impianto di trattamento liquami di Calice e la rete dell’acquedotto industriale.

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