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​Tassa Rifiuti sempre più cara: 298 euro a famiglia nel 2015. In Campania si spende il doppio che in Trentino

where Roma when Mer, 09/12/2015 who redazione

I dati arrivano dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva. Un terzo dei rifiuti finiscono ancora in discarica

Cresce ancora la tassa sui rifiuti nel nostro Paese: nel corso del 2015, una famiglia italiana media ha pagato 298 euro (+2% rispetto al 2014). La Campania è la regione più cara (419 euro annui), il Trentino Alto Adige quella più economica (193 euro) e quella in cui si è registrato anche la maggiore ribasso della TARI (-13% rispetto al 2014). Incremento record invece in Basilicata (+44,8%), in particolare a Matera dove la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti è schizzata a 419 euro rispetto ai 196 del 2014 (+114%).  Confrontando i singoli capoluoghi di provincia, Cremona si rileva la città più economica (137 euro all’anno), Reggio Calabria la più costosa (604 euro).
 

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È questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che, per l’ottavo anno consecutivo, ha realizzato un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prendendo come riferimento nel 2015 una famiglia tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.

Cresce la differenziata - Dalla ricerca emerge che crescono anche i livelli di raccolta differenziata: nel 2014, secondo i dati ISPRA, siamo arrivati a livello nazionale al 45,2% (+2,9% rispetto al 2013), mentre diminuisce del 6% lo smaltimento in discarica che nel 2014 si attesta al 31%. Anche in questo ambito, però le differenze territoriali sono notevoli: nelle regioni del Sud viene differenziato meno di un terzo dei rifiuti (31%), al Centro si arriva al 40,8% e al Nord al 56,7%. Regioni virtuose nello smaltimento sono il Veneto e il Trentino Alto Adige, che differenziano circa il 67% dei rifiuti prodotti. Maglia nera, invece, alla Sicilia, dove la raccolta differenziata è ferma al 12,5% (addirittura in diminuzione dello 0,8% rispetto al 2013); segue la Calabria, con solo il 18,6% ma un incremento positivo del +3,8%. “Il tema dello smaltimento rifiuti rimane il classico argomento sul quale si registrano ritardi ed inefficienze del sistema Paese”, ha commentato Tina Napoli, responsabile delle politiche per i consumatori di Cittadinanzattiva, “mentre potrebbe essere un fronte sul quale costruire percorsi innovativi, coinvolgendo in un circuito virtuoso cittadini ed istituzioni nella definizione e condivisione di comunità e di città all'interno della quale vivere, città che producono sempre meno rifiuti e che investono nel riciclo, ad esempio. Continuiamo a registrare invece una modalità di calcolo dei costi, che non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti e quindi non incentiva il cittadino a cambiare i propri comportamenti. Continuiamo ad aspettare, ormai con scarsa fiducia, la costituzione di un’autorità di regolazione anche in questo settore”

Produzione rifiuti - Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2015 dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), nel 2014 in Italia sono state prodotte 29,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani con una media pro capite di 488 kg (+0,2% rispetto al 2013). Il 46% dei rifiuti urbani italiani è prodotto nelle regioni del Nord, il 32% nelle regioni del Sud ed il restante 22% in quelle centrali. Per quanto riguarda la produzione pro capite la media più elevata è quella del Centro (547 kg), segue il Nord (496 kg) ed infine il Sud (443 kg). Molto evidenti le differenze regionali e provinciali, non solo nella produzione e smaltimento dei rifiuti, ma anche nelle tariffe pagate dai cittadini.

Confartigianato - “Le tariffe per la raccolta in Italia negli ultimi 5 anni - rileva Confartigianato - sono aumentate del 22,6%. E nelle regioni in cui sono più salate, peggiore è la qualità del servizio: nel Lazio, dove è alta la percezione di sporcizia, il costo è al top, a 214 euro a testa”.

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