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Utilities: crescono del 33% gli investimenti nelle tecnologie digitali e IoT

where Roma when Gio, 15/11/2018 who roberto

I dati sono contenuti nella quarta edizione dell’Orange Book “Utilities 4.0 – Stato dell’arte e prospettive dell’innovazione nei Servizi Pubblici Locali” realizzata da Fondazione Utilitatis e Utilitalia

Crescono gli investimenti futuri delle orange-book.jpgutilities nella trasformazione digitale, basata su Industria 4.0 passando dai 4,2 miliardi di euro del triennio 2015-2017 ai 5,6 miliardi del triennio 2018-2020 (+33%). In particolare, emerge un significativo impulso degli investimenti nel settore idrico (+32%), che consolida il trend di crescita messo in moto dalla regolazione del settore. Gli investimenti in tecnologie digitali crescono dai 164 milioni del 2015-2018 ai 358 milioni del triennio 2018-2020 (+118%), salendo a circa il 6,4% del volume di investimenti pianificati.
 
Sono alcuni dei dati che emergono dalla quarta edizione dell’Orange Book “Utilities 4.0 – Stato dell’arte e prospettive dell’innovazione nei Servizi Pubblici Locali” realizzata da Fondazione Utilitatis e Utilitalia, con il supporto tecnico scientifico di EfficiencyKNow e PwC, presentata nei giorni scorsi al Ministero dello Sviluppo economico.
 
La ricerca analizza in particolare l’impatto dell’innovazione digitale abilitata da Industria 4.0 nei settori dell’acqua, dell’energia e della gestione dei rifiuti. Dall’analisi condotta su 104 Utilities – rappresentative del 70% del fatturato delle associate di Utilitalia nei settori dell’acqua, dei rifiuti e dell’energia – un’azienda su due si aspetta che l’impatto generato dalle tecnologie 4.0 nel proprio settore di riferimento sarà elevato, con una maggiore percezione della portata del cambiamento nel settore del Ciclo Idrico (giudicato elevato dal 63% delle aziende). 
 
Circa l’85% delle aziende ha espressamente dichiarato di aver investito in qualche soluzione di Industria 4.0 negli ultimi tre anni. In particolare, il 60% delle aziende che ha investito in tecnologie digitali, ha realizzato interventi relativi ad “App Mobile”. Il 55% in “Internet of Things” legato alla sensoristica. Guardando alle tecnologie 4.0 destinate ad avere il maggiore impatto, secondo quasi il 90% dei gestori, le soluzioni basate sull’IoT saranno quelle che genereranno i maggiori cambiamenti nei diversi settori, seguite dai sistemi di “Intelligenza Artificiale” (41%).
 
Implicazioni interessanti emergono sul fronte delle competenze, uno dei fattori critici di successo per l’avvio ed il buon fine dei processi di innovazione tecnologica: se, mediamente, solo il 24% delle aziende ha previsto assunzioni di specialisti o di nuove figure professionali legate al digital nei prossimi due anni, si osservano tendenze diametralmente opposte tra le aziende “Top”, il 65% delle quali assumerà specialisti del digital, e le aziende piccole (fatturato < 25 milioni) in cui appena il 7% di operatori prevede di immettere nuove competenze digitali.  
 
Quanto all’adesione ai meccanismi incentivanti di Industria/Impresa 4.0, un’azienda su quattro dichiara di averne beneficiato. Tra i principali ostacoli alla fruizione degli incentivi per gli investimenti in digitalizzazione, il 60% delle aziende ha indicato l’incompatibilità degli interventi in programma con il sistema di incentivi. Tra le proposte di miglioramento degli incentivi di Impresa 4.0 oltre il 50% delle aziende riterrebbe opportuna una stabilizzazione delle misure, che tenga conto delle tempistiche a cui sono legate le aziende a partecipazione pubblica.   
 
Claudio Di Mario, Founding partner di EfficiencyKNow ha evidenziato come: “L’opportunità offerta dalle tecnologie per l’accesso e l’analisi dei dati è una leva strategica per diagnosi e Kpi di sostenibilità, miglioramento della qualità dei servizi. Nel campo dell’efficienza energetica, Impresa 4.0 e Certificati Bianchi sono il mix fondamentale per contrastare la ridotta propensione a finanziare investimenti ad alto potenziale”.
 
Sulla centralità del ruolo delle utilites a livello tecnologico e di sistemi di produzione low - carbon interviene il Presidente dell’Arera, Stefano Besseghini: “Le utilities giocano e non da ora, un ruolo fondamentale come elemento di snodo tra la programmazione di lungo periodo e di alto livello e la definizione delle strategie con un approccio bottom – up. Prossimità al territorio e integrazione in un’ottica di crescita dimensionale sono gli ingredienti su cui declinare questo ruolo”.
 
Giovanni Valotti, Presidente di Utilitalia, ha dichiarato che "bisogna tener conto della natura delle nostre imprese, diverse da altri comparti: ogni investimento produce effetti positivi sull’ambiente e sul servizio ai cittadini. Le utilities hanno un vasto mondo di innovazione, dall’IoT alle blockchain, dalla cybersecurity alla robotica, ma serve un booster che porti su larga scala quello che oggi è principalmente concentrato nelle grandi imprese. A prescindere dall’assetto proprietario delle imprese, è necessario supportare una dimensione minima, compensare un deficit di competenze e sostenere gli investimenti semplificando le procedure. Da parte delle imprese il dovere è un management di qualità, che non abbia paura di innovare e con una visione oltre la scrivania”. 
  
Davide Crippa, Sottosegretario allo Sviluppo economico, ha concluso i lavori sottolineando che “oggi le Utilities si trovano a dover affrontare da protagoniste la sfida delle tre ‘d’: decarbonizzazione, decentramento e digitalizzazione. In questo passaggio molto delicato il ruolo del Governo sarà di supporto e di accompagnamento. Industria 4.0 e Formazione 4.0 rappresentano due validi strumenti di sostegno che necessitano di stabilità regolatoria che ci impegniamo ad assicurare. Auspichiamo inoltre un ruolo attivo delle Utilities nel percorso che ci porterà alla definizione ed attuazione del Piano Energia Clima”.

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