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Il Wwf: stiamo superando i confini del pianeta, urgente cambiare rotta

where Roma when Lun, 05/05/2014 who redazione

Il Club di Roma indica un nuovo approccio alla sostenibilità

La pressione delle attività umane sul nostro pianeta ha raggiunto un'intensità tale da rendere possibili cambiamenti ambientali improvvisi e potenzialmente catastrofici per l'intera umanità. Per evitarli il nuovo rapporto del Club di Roma "Natura in bancarotta, perché rispettare i confini del pianeta" propone un nuovo approccio alla sostenibilità che mette bene in mostra i legami tra la politica, l'economia e l'ecologia. Occorre soprattutto "mettere la natura in conto" assegnando un valore ai servizi degli ecosistemi e alla biodiversità, non utilizzando più la crescita del PIL come indicatore principale di performance del nostro sviluppo; spostare il peso fiscale dal lavoro all'uso delle risorse rimuovendo tutti i sussidi perversi dannosi per l'ambiente e la sostenibilità dello sviluppo, introdurre le pianificazioni di lungo termine, attuare un disaccoppiamento tra la crescita dell'economia e l'uso di energia e materie prime che sia efficiente ma anche efficace; stabilizzare la popolazione mondiale attraverso il rafforzamento dell'educazione per le giovani donne e l'accesso a servizi di pianificazione familiare e di energia pulita oltre ad avviare strategie di sostenibilità globale nell'ambito dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in discussione in sede ONU e che dovrebbero essere approvati nel 2015 .
Questo in sintesi quanto raccontato nell'Aurelio Peccei Lecture del 2014 organizzata dal Wwf Italia, Club di Roma e Fondazione Aurelio Peccei, in collaborazione con UniCredit e l'Ambasciata di Svezia, con Johan Rockström e Anders Wijkman, autori de "Natura in bancarotta. Perchè rispettare i confini del pianeta", di cui è appena uscita l'edizione italiana, a cura di Gianfranco Bologna per Edizioni Ambiente.
Oltre agli autori sono intervenuti Roberto Peccei, presidente della Fondazione Aurelio Peccei e vicepresidente del Club di Roma, Maurizio Beretta responsabile Group Identity & Communications UniCredit, Erika Ferrer dell'Ambasciata di Svezia, Enrico Giovannini, professore di statistica economica Università Tor Vergata Roma, già ministro del lavoro e delle politiche sociali e già presidente Istat, e Gianfranco Bologna direttore scientifico del Wwf Italia e segretario generale della Fondazione Aurelio Peccei.
Quest'anno ricorre anche il 30° anniversario della scomparsa di Aurelio Peccei (1908-1984), lo straordinario fondatore e presidente del Club di Roma, il grande think-tank internazionale che per primo ha dimostrato l'impossibilità di una crescita materiale e quantitativa in un mondo dai chiari limiti biofisici con il famoso rapporto "I limiti dello sviluppo", dal quale derivano le ricerche scientifiche sui "limiti planetari" (Planetary Boundaries) di cui Johan Rockström rappresenta l'autentico precursore e sulle quali si fonda il rapporto "Natura in bancarotta".
La scienza dipinge un quadro sempre più nitido dei rischi che abbiamo di fronte. Grazie a valutazioni scientifiche globali, come quelle fornite dall'IPCC e dal Millennium Ecosystem Assessment, abbiamo raggiunto un livello di conoscenze tale da supportare le azioni necessari da intraprendere come abitanti di questo pianeta per cambiare "rotta". Nessuno dovrebbe contestare ciò, eppure fino a oggi non siamo riusciti a fare quello che è necessario per ridurre i rischi; al contrario, abbiamo subito le lusinghe del compromesso e della visione a breve termine. Mi trovo ad affrontare questo dilemma ogni volta che parlo con leader politici, uomini d'affari, i media e le persone comuni," ha detto Johan Rockström.
"Il divario tra ciò che secondo la scienza è necessario e ciò che la società fa concretamente è una delle spiegazioni del mio impegno a comunicare, al meglio delle mie possibilità e a volte anche con una testardaggine un po' folle, quello che so dello stato attuale della conoscenza scientifica sui rischi ambientali a cui siamo esposti. Talvolta questo atteggiamento viene definito "apocalittico". Io la vedo esattamente al contrario, cioè come un fatto estremamente positivo che, grazie ai progressi scientifici, siamo ora consapevoli delle molte minacce che il nostro modo di gestire l'economia pone al nostro benessere", è il commento di Anders Wijkman.
Gianfranco Bologna direttore scientifico WWF Italia e curatore dell'edizione italiana del volume ha aggiunto che "forse il mondo politico, economico e finanziario non ha ancora ben compreso che se continuiamo con una politica economica di crescita materiale e di distruzione ambientale, è a rischio l'intera civiltà umana."
Secondo Maurizio Beretta, responsabile Group Indentity & Communications UniCredit, "i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, il deterioramento del suolo e la scarsità d'acqua rappresentano problemi sempre più rilevanti. Per questo, negli ultimi anni UniCredit si è impegnata a ridurre gli impatti diretti e indiretti della propria attività sugli ecosistemi. Controllando l'emissione di gas serra e adottando rigidi criteri nella selezione dei fornitori e delle attività finanziate, stiamo cercando di dimostrare noi per primi come le aziende possano giocare un ruolo attivo nell'affrontare la grande sfida della sostenibilità ambientale."

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