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Commento. Il nimby della Sardegna. Rinnovabili ed elettrodotti fra vittimismo e colonizzazione

where Cagliari when Mar, 21/11/2023 who roberto

Una campagna di stampa contraria anche all’uso delle acque internazionali. L'isola non ha depositi per i rifiuti radioattivi che produce. Sostegno alle comunità energetiche

di Pepi Katona

Da mesi in Sardegna c'è un movimentosardegna.jpg, attivato soprattutto dal quotidiano l'Unione Sarda cui spesso si affianca l'altro grande quotidiano di riferimento, la Nuova Sardegna, contro i programmi per realizzare impianti alimentati da energie rinnovabili in Sardegna. Più in generale, di là dalle campagne di stampa c’è risentimento diffuso contro ogni forma di cambiamento e c’è la sensazione di molti sardi di essere vittime del cambiamento; è un fenomeno sociale diffuso in tutta Europa ma con maggiore forza in Italia e ancora di più in Sardegna.
Tra le forme di opposizione sarda (e non solamente sarda) al cambiamento c'è il fenomeno tutto sardo dei rifiuti radioattivi prodotti di continuo dalle imprese, dai laboratori analitici e dagli ospedali dell'isola. A differenza delle altre regioni, la Sardegna è del tutto priva di qualsiasi forma di stoccaggio per questo tipo di materiali, ed esporta integralmente nella ventina di depositi atomici presenti nelle altre regioni italiane tutte le scorie nucleari che produce però rifiuta di esserne dotata.
Dal punto di vista dell’energia, la regione oggi sta marciando a tutto carbone e tutto petrolio e ora brucia anche il nuovo metano che comincia ad arrivare liquefatto via nave; un contributo importante viene anche dalle fonti rinnovabili, e in particolare dall'eolico. (Per vedere quanta energia elettrica sta producendo, importando ed esportando in questo momento la Sardegna: https://app.electricitymaps.com/zone...).
Nel resto del mondo l'energia prodotta viene scambiata senza difficoltà fra le aree di produzione e quelle di consumo, e ciò vale soprattutto per le fonti rinnovabili d’energia perché il sole non è proprietà privata, e perché l'aria che in forma di vento percorre mari e intere regioni non è proprietà dell'uno o dell'altro.
Più nel dettaglio, il movimento anti-rinnovabili che agita la Sardegna si oppone allo sfruttamento e allo scambio di risorse nel nome di una lotta contro la colonizzazione e contro il normale scambio di flussi di energia fra le zone di produzione e di consumo dell'elettricità.
L'Unione Sarda con una campagna molto intensa di stampa contesta da mesi lo sfruttamento del vento non solamente sulla terraferma sarda ma anche nelle acque territoriali, che sono di pertinenza demaniale, e perfino nelle acque internazionali. Il timore espresso e ripetuto è che il Continente possa colonizzare il vento e il sole nel momento in cui accarezzano l'isola e che ciò possa devastare la Sardegna e sottrarle risorse. Sfruttare il vento in mezzo al Tirreno sottrae risorse alla Sardegna.
Conferma questa visione dell’isola vittima di una nuova colonizzazione il filosofo e professore di liceo Cristiano Sabino, sassarese, attivista dell’indipendenza, dirigente politico della "Sinistra per l'autodeteminazione".
In un articolo pubblicato sull'agenzia stampa internazionale Pressenza, un'organizzazione informativa "per la pace, la nonviolenza, l'umanesimo e la nondiscriminazione", Sabino afferma che, tramite l'acquisto di terreni a basso valore agricolo per posare impianti, "in un ventennio si è consentito a multinazionali di espropriare terreni agricoli". Aggiunge il docente che "dietro la retorica accattivante della transizione energetica si sta scrivendo un oscuro nuovo capitolo di subordinazione per il Meridione e la Sardegna, un tema che Antonio Gramsci aveva già inquadrato – cento anni addietro – in termini di rapporto coloniale". Si tratterebbe in altre parole della "quarta colonizzazione della Sardegna", secondo cui la regione "diventerà sempre più il gruppo elettrogeno della parte nord della penisola italiana" a causa dei "pantagruelici campi eolici e fotovoltaici imposti in modo autoritario e realizzati da multinazionali senza scrupoli".
(Le colonizzazioni precedenti della Sardegna cui fa cenno il docente sono stati i fenomeni che hanno caratterizzato in modo comune tutta l'Europa e tutta l'Italia, cioè la deforestazione tra Ottocento e Novecento, lo sfruttamento delle miniere nella prima metà del Novecento e infine l'industrializzazione nella seconda metà del Novecento).
C'è una spinta a favore delle comunità energetiche rinnovabili, interessante fenomeno che si sta espandendo non solamente nel Continente ma anche in Sardegna, e con questo concorda anche il professor Sabino: "La riconversione energetica è un obiettivo dei movimenti decoloniali e va a congiungersi con la necessità di ricostruire un rapporto organico tra democrazia, sovranità popolare, ambiente e contrasto al caro vita. Non è un caso che le comunità più impegnate contro la colonizzazione energetica (verde o presunta tale) siano quelle comunità che hanno costruito sul loro territorio le CER, ovvero le comunità energetiche rinnovabili. Tra tutti Biddanoa ‘e Forru con il suo battagliero sindaco Maurizio Onnis che non perde occasione per ricordare come lo Stato italiano sia nemico dei sardi e controparte dei loro più fondamentali bisogni".
 
Per leggere l’articolo di Cristiano Sabino https://www.pressenza.com/it/2023/11...
Per vedere quanta energia elettrica sta producendo, importando ed esportando in questo momento la Sardegna: https://app.electricitymaps.com/zone...

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