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Belpaese, in Italia sono oltre 1.700 i comuni senza turismo

where Roma when Gio, 10/02/2022 who roberto

Circa un quinto delle presenze registrate nelle strutture turistiche italiane è catalizzato da 12 grandi città. Il Molise è la regione meno “turistica”

In Italia i comuni classificati santeliaapianisi.jpgcome turistici, per la loro vocazione culturale, storica, paesaggistica, marittima o montana sono la stragrande maggioranza: 6.222 su 7.926; i rimanenti 1.704 sono i centri che l’Istituto nazionale di statistica ha bollato come 'non turistici'. Si tratta di territori in cui non sono presenti strutture ricettive e/o dove i flussi turistici risultano assenti. La classificazione in questione non ha solo carattere informativo: è stata infatti effettuata in applicazione di una norma contenuta nel decreto legge rilancio, che aveva affidato all’Istat il compito di classificare le attività economiche con riferimento alle aree ad alta densità turistica, al fine di evidenziarne il nesso turistico territoriale e consentire l’accesso a misure di sostegno mirate in favore delle imprese dei settori del commercio, della ristorazione e delle strutture ricettive colpite dalla prolungata riduzione dei flussi di turisti.

 
Valle d'Aosta, Toscana e Umbria 100% turistiche
Circa un quinto delle presenze registrate nelle strutture turistiche italiane è catalizzato da 12 grandi città. Si tratta delle amministrazioni con più di 250.000 abitanti (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Verona) che, da sole, ospitano il 15,3% della popolazione nazionale, e hanno fatto registrare, nel 2019, oltre 86 milioni di giornate di presenza nelle strutture ricettive, pari al 19,7% del totale nazionale. In Molise i comuni turistici sono solo il 35%, mentre in Valle d'Aosta, Toscana e Umbria si centra l'obiettivo del 100%. Il Molise è ''l’unica regione italiana nella quale i comuni non turistici superino abbondantemente la metà, toccando addirittura il 65%'', spiega il Csel, mentre la media nazionale si ferma al 21%. L’Istat, nell’ambito della sua classificazione, ha individuato ben 89 enti su 136 che sarebbero caratterizzati da questa natura. Dopo il Molise c’è la Calabria, con 183 comuni non turistici su 404 (45%), seguita da Lazio (34%), Sardegna (31%), Lombardia e Basilicata (28%), Campania (29%), Sicilia (26%), Abruzzo e Piemonte (23%). Si collocano invece nella seconda parte della classifica, quella popolata da regioni la cui percentuale di comuni non a vocazione turistica è inferiore alla media nazionale, il Friuli - Venezia Giulia (11%), il Veneto e la Puglia (7%), la Liguria (5%), le Marche (4%), il Trentino - Alto Adige e l’Emilia - Romagna (2%).
Il Csel ricorda che il governo è intervenuto per compensare le perdite dovute al Covid, per un totale di 350 milioni, da dividere tra gli enti che hanno introdotto l'imposta di soggiorno. Solo uno su sei dei Comuni a vocazione turistica individuati dall’Istat (1.041 su 6.222) ha scelto di applicare nel 2020 l’imposta di soggiorno.
 
Compensazioni: il Lazio davanti a tutti

Trainato dalla Capitale che, da sola, ha pesato per oltre 103 milioni, il Lazio ha ottenuto contributi compensativi per 106,5 milioni (pari al 30% del totale nazionale). A debita distanza, lo seguono la Lombardia con 50,8 milioni (14%), il Veneto con quasi 45 milioni (12,8%), la Toscana con 43,2 milioni (12,4%), la Campania con 21,7 milioni (6%), l’Emilia Romagna con quasi 17 milioni di euro (5%), il Trentino Alto Adige (16 milioni, pari al 4,6%), la Sicilia con 11,2 milioni (3,2%), il Piemonte con 9,6 milioni (2,8%), la Sardegna (8,2 milioni, pari al 2,3% del totale) e la Liguria (6,9 milioni, pari al 2% del totale).

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