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Rinnovabili italiane ancora in sofferenza: Irex Index prosegue il calo ad aprile

where Milano when Mer, 22/05/2024 who roberto

L’indice, che misura l’andamento delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana, lo scorso mese ha subito un calo del 6,3%
di Alessandro Marangoni*

Il 2024 si conferma un anno irexindiciaprile2024.pngdifficile per il comparto delle rinnovabili italiane, con l’indice Irex che chiude in rosso anche il mese di aprile. L’indice, che misura l’andamento delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana, lo scorso mese ha subito un calo del 6,3% a 21.071 punti e ha perso quasi 9mila punti da inizio 2024, registrando il quarto ribasso mensile consecutivo.
 
Titoli a confronto
In questo contesto, Seri Industrial (+51%), Innovatec (+3,4%) e Frendy Energy (+3,1%) hanno, comunque, fatto segnare performance positive mentre Esi (-14,5%), Alerion (-8,4%) e Comal (-6,5%) hanno subito le perdite più rilevanti.
Il mercato ha premiato Seri Industrial soprattutto dopo la conferma da parte delle società di trattative in corso con Leonardo e Invitalia per l’acquisizione della maggioranza di Industria Italiana Autobus. L’interesse per il maggior produttore italiano di mezzi per il trasporto pubblico su gomma era oggetto di indiscrezioni già da diverso tempo e ha suscitato perplessità, soprattutto da parte sindacale. Il titolo ha poi parzialmente ritracciato nelle ultimissime sedute mensili sulla scia della pubblicazione dei risultati del primo trimestre in leggero calo. Positiva anche Innovatec, che in aprile ha comunicato il rinnovo del proprio consiglio d’amministrazione e rilanciato i propri obiettivi esg, e Frendy Energy, la cui assemblea ha approvato il bilancio 2023, che sancisce il ritorno della società all’utile (destinato a parziale copertura delle perdite pregresse).
Esi prosegue, invece, il suo momento negativo, sull’onda dei risultati di bilancio negativi, che hanno portato all’utilizzo delle riserve disponibili per coprire l’aumentata perdita di esercizio. I non brillanti risultati del 2023 continuano a penalizzare anche Alerion, nonostante la società ad aprile abbia avviato due nuovi impianti fotovoltaici in Italia e Romania e sottoscritto un contratto EPC per la costruzione di un ulteriore impianto FV da 51,5 MW. In calo anche Comal, dopo i buoni risultati di marzo, la quale non ha distribuito dividendi e ha chiuso nuovi contratti di fornitura per circa 43 milioni di euro.
 
Il quadro europeo
L’andamento dell’Irex si inserisce comunque in un quadro dei mercati europei in flessione. Anche le principali borse europee chiudono aprile in territorio negativo. Francoforte è stata la peggiore, perdendo il 3%, seguita da Milano (-2,8%), Parigi (-2,7%) e Madrid (-2%). Negativo anche il Ftse Italia Energia, che traccia il settore energetico italiano, ma con un calo più contenuto (-0,9%). Andamento contrastante, invece, per le materie prime energetiche. Il WTI chiude il mese a $ 81,5, in calo del 2,3%, mentre il Brent sale dello 0,4% a $ 87,9. Leggermente positivo è stato anche il gas olandese TTF (+0,7%) mentre il PUN scende leggermente a 88,57 €/MWh (-0,3%). La congiuntura economica è ancora dominata dall’incertezza. Secondo l’ultimo rapporto Ocse, l’economia mondiale dovrebbe crescere sopra il 3% sia nel 2024 che nel 2025 ma il suo potenziale è ancora rallentato dalle incertezze geopolitiche e dalle condizioni ancora restrittive dei mercati finanziari. Stati Uniti e Cina sono attesi ad una frenata nel 2025 mentre l’Europa e la zona euro dovrebbero recuperare terreno. Le ultime previsioni di primavera della Commissione Europea, nonostante la leggera revisione al ribasso rispetto a quelle invernali, vedono l’Eurozona crescere dello 0,8% nel 2024 e dell’1,4% nel 2025, contro l’1,8% atteso per gli USA (che però, secondo l’Ocse, nel 2024 dovrebbero crescere del 2,6%). L’Italia, in particolare, è accreditata di un +1,1% nel 2025 rispetto allo 0,9% previsto per il 2024, anche se con un’inflazione e un deficit pubblico attesi anch’essi in aumento (rispettivamente 1,9% e -4,7%).
 
Ambiguità
Non si dissolvono, quindi, le nubi sul comparto delle rinnovabili italiane, dato che, in aggiunta al trascinarsi delle difficoltà della supply chain lamentate dalle aziende, l’Italia sembra avere un atteggiamento ondivago nei confronti dell’energia verde.
Da un lato, infatti, sta definendo il decreto FERX, con il quale si vuole incentivare un contingente di circa 62 GW entro il 2028. Tale contingente, se usato totalmente, farebbe superare (e anche di molto) gli obiettivi nazionali del PNIEC al 2030, per il quasi si attende un aggiornamento con obiettivi ancora più ambiziosi. Il decreto, posto lo scorso anno in consultazione (della quale il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha recentemente pubblicato gli esiti), è stato nel complesso ben accolto dal settore. Alcuni operatori, tuttavia, vorrebbero tempi più lunghi per la realizzazione degli impianti e lamentano un contingente troppo basso (5 GW) per gli impianti ad accesso diretto agli incentivi, cioè quelli con potenza inferiore a 1 MW. Non è ancora chiaro, tuttavia, quando tale decreto verrà promulgato e anche su altri provvedimenti che aiuterebbero il settore (Testo Unico Rinnovabili, decreto FER2, MACSE, decreto Aree idonee, ecc.) regna l’incertezza.
Dall’altro lato, è stato, invece, recentemente promulgato il DL Agricoltura, che impedisce la costruzione di impianti fotovoltaici su aree classificate come agricole. Anche se sono previste deroghe (come, ad esempio, per l’agrivoltaico o le comunità energetiche) e vengono fatti salvi i progetti con iter autorizzativo in corso, tale norma (che dovrà essere convertita in legge) rischia di essere un freno all’installazione di rinnovabili, anche per le ambiguità presenti nel testo, mettendo a rischio gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030.
L’Italia ha installato circa 5,6 nuovi GW nel 2023 ed il ministero dell’Ambiente prevede un installato fino a 8 GW per quest’anno. Numeri notevoli ed in crescita ma comunque inferiori quanto necessario per raggiungere gli attuali obiettivi. Ancora tanto da fare in sempre meno tempo.
 
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex

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