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Ecco perché la nanocellulosa è sicura per i nostri mari. Lo evidenzia uno studio sulle cozze

where Milano when Mer, 17/04/2024 who roberto

La ricerca internazionale del Politecnico di Milano in collaborazione con l’Università di Siena pubblicata ed in copertina nella prestigiosa rivista Environmental Science Nano

Le nanofibre di cellulosa hanno environmntalsciencenanocover.jpguno scarso impatto sull’ambiente marino e possono dunque rappresentare una promettente risorsa per molteplici settori industriali. Lo dimostra una ricerca pubblicata dalla rivista Environmental Science Nano della Royal Society of Chemistry. Lo studio è stato condotto su organismi marini considerati sentinelle della qualità del mare, i mitili o meglio conosciuti come cozze. Il lavoro è stato condotto congiuntamente dai gruppi di ricerca Oscmlab, del dipartimento di chimica, materiali e ingegneria chimica Natta del Politecnico di Milano (Laura Riva e Carlo Punta), e Ecobiomlab, del dipartimento di science fisiche, della terra e dell’ambiente dell'Università di Siena (Tatiana Rusconi e Ilaria Corsi), in collaborazione con Montserrat Solè dell'Instituto de ciencias del mar di Barcellona.
 
I risultati dello studio
Sono state analizzate due tipologie di nanofibre di cellulosa, ossidate e non ossidate, per valutarne l'impatto ecotossicologico sul mitilo mediterraneo e stabilirne la sicurezza per l’ambiente marino. I risultati hanno evidenziato come le nanofibre di cellulosa possano interessare la risposta immunitaria del mitilo e alterare la funzionalità delle branchie in seguito a interazioni di carattere fisico (adesione superficiale). Tuttavia, non sono state osservate tossicità tali da mettere a rischio la sopravvivenza della specie né condizioni di stress capaci di alterare la sua risposta ai cambiamenti ambientali. La sperimentazione condotta in laboratorio ha permesso di escludere possibili cambiamenti del pH e della salinità delle acque marine in seguito al rilascio delle nanofibre mimando scenari espositivi realistici quali quelli associati al loro trasporto con i reflui di depurazione nelle aree marine costiere.
 
I commenti
“Questo studio solleva questioni fondamentali sull'interazione tra le nanofibre di cellulosa e la biodiversità marina – dice Ilaria Corsi del dipartimento di science fisiche, della terra e dell’ambiente dell'Università di Siena - stimolando l’esigenza di ulteriori ricerche per una valutazione del rischio ecologico che tenga conto di tempi di esposizione cronici e condizioni di stress multiplo quali quelle che ormai interessano le aree marino-costiere del Mediterraneo”.
“Contemporaneamente – aggiunge Carlo Punta del dipartimento di chimica, materiali e ingegneria chimica Natta del Politecnico di Milano - apre la porta a un utilizzo responsabile di questo nanomateriale, di interesse crescente per applicazioni sostenibili nei settori cosmetico, cartario, degli imballaggi e delle vernici, così come in edilizia e nell’industria automobilistica”.
 
Trovi qui il Link al lavoro pubblicato sulla rivista "Environmental Science Nano": https://pubs.rsc.org/en/content/arti...

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