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L’aria che tira. Lo smog danneggia i monumenti: ecco come sbriciola la reggia di Caserta

where Caserta when Lun, 27/11/2023 who roberto

L’Enea misura l’impatto dell’inquinamento su tre costruzioni preziose protette dall’Unesco: ci sono anche il duomo di Spalato e la Residenza del Würzburg. Danni perfino dalle sabbie sahariane. Smog in calo

L’inquinamento causato da automobilireggia-caserta.jpg, riscaldamento e industria è tra i principali responsabili del degrado del patrimonio culturale. È quanto ha evidenziato un report Enea che ha dimostrato gli effetti nocivi dei principali inquinanti dell’aria (ossidi di azoto e Pm10) su tre siti patrimonio dell’Unesco: la Reggia di Caserta, la cattedrale di San Doimo a Spalato (Dalmazia, Croazia) e la Residenza di Würzburg (Bassa Franconia, Germania).
 
I danni peggiori per Caserta
“A subire i danni maggiori è la Reggia di Caserta dove abbiamo calcolato, per ogni anno, una velocità di corrosione delle superfici superiore al valore target fissato per il 2050 (6,4 micron l’anno), che non deve essere superato se si vuole preservare lo stato di salute della storica residenza reale, meta ogni anno di 700mila visitatori”, spiega Teresa La Torretta, ricercatrice del laboratorio Enea di inquinamento atmosferico e coautrice del rapporto insieme al collega Pasquale Spezzano.
La centralina di misurazione dell’inquinamento dell’aria nei pressi della Reggia di Caserta ha mostrato valori di biossidi di azoto e di particolato sottile Pm10 elevati e costanti, mantenendosi poco sopra i 20 microgrammi per metro cubo. “Il Palazzo Reale è situato nel cuore della città e per questo è particolarmente esposto all’inquinamento atmosferico causato dall’industria, dal riscaldamento e dal trasporto su strada, anche se non mancano fonti naturali lontane dalla città come l’aerosol marino e la sabbia del Sahara che provocano un innalzamento del particolato Pm10 soprattutto nel sud Europa”, aggiunge La Torretta.
Da un confronto sullo stato di salute dei tre siti Unesco presi in esame, quelli di Würzburg e di Spalato rilevano valori di velocità di degradazione delle superfici esterne al di sotto della soglia di sicurezza. Un fattore importante nel determinare le differenze tra i tre siti è rappresentato dalle condizioni meteo-climatiche locali (temperatura, piovosità, umidità relativa) che giocano un ruolo nel potenziare l’aggressività degli inquinanti e, di conseguenza, nell’aumentare la corrosione delle superfici di pietra. 
 
Lo smog è in calo
Nel periodo di studio considerato (2015-2019) le tre città campione hanno fatto registrare un generale decremento delle emissioni in tutti i maggiori settori, con un’eccezione che riguarda gli ossidi di azoto (NOx) da trasporto marittimo a Spalato (+16% nel 2019 rispetto al 2015). Di fatto, nello stesso periodo è stata riscontrata una leggera riduzione degli inquinanti di interesse in aria (biossido di azoto e PM10). Tuttavia occorre notare, ad esempio, che le emissioni di ossidi di azoto a Caserta (2779,26 tonnellate nel 2019, principali fonti di emissione sono l’industria e il trasporto su strada) sono all’incirca il triplo rispetto a Würzburg (868,82 tonnellate, principale emettitore è il trasporto su strada) e quasi il doppio rispetto a Spalato (1532,18 tonnellate, principale emettitore è l’industria).
Il degrado dei materiali del patrimonio culturale dovuto all’inquinamento atmosferico è notevolmente inferiore rispetto a 20-30 anni fa quando l’acidificazione delle piogge e gli inquinanti atmosferici, come il biossido di zolfo, contribuivano all’aumento della corrosione nelle aree urbane. “Oggi questi inquinanti sono drasticamente diminuiti, anche se negli ultimi anni la riduzione si è stabilizzata. Invece le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) e di particolato Pm10 non sono diminuite nella stessa misura, contribuendo al degrado dei monumenti e a un aumento dei costi di restauro e manutenzione”, conclude La Torretta.
 
I dettagli della ricerca
Lo studio realizzato da Enea rientra nell’ambito dell’iniziativa “International Cooperative Programme on Effects of Air Pollution on Materials, including Historic and Cultural Monuments (ICP Materials)” della Convenzione Unece sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lungo raggio (Air Convention). La convenzione Unece sull’aria, adottata nel 1979, fornisce uno strumento regionale unico e vincolante attraverso il quale 51 parti dell’Europa paneuropea e del Nord America collaborano per ottenere riduzioni delle emissioni delle principali sostanze inquinanti.
 
Gli strumenti per migliorare
Nonostante i costanti miglioramenti, i superamenti degli standard di qualità dell’aria sono comuni in tutta l’Ue, con concentrazioni ben al di sopra delle ultime raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Tra le principali misure adottabili, sarebbe sicuramente opportuno mettere in atto politiche di riduzione del traffico cittadino puntando su trasporto pubblico, car-sharing e veicoli a basse emissioni”, sottolinea la ricercatrice Enea.
In tema di inquinamento atmosferico, Enea mette a disposizione il sistema Minni, che produce mappe orarie a 3 giorni delle concentrazioni di inquinanti, in particolare delle polveri sottili, con una risoluzione spaziale che in Italia arriva a 4 km2, le dimensioni di un piccolo Comune.
 
La ricerca sui tre monumenti https://www.ri.se/sites/default/file...

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