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Secondo Greenpeace in Italia il clima non piace abbastanza ai giornali e alle tv. Ecco i numeri

where Roma when Mar, 02/05/2023 who roberto

L’organizzazione ecologista dice che per giornali e tv i cambiamenti del clima non sono “un’emergenza”. Due articoli al giorno

Secondo Greenpeace l’attenzionegiornali.jpg dei principali media italiani nei confronti del clima è scarsa e sporadica, viene trascurato “il legame tra il riscaldamento del pianeta e gli eventi estremi” e “omette le responsabilità delle aziende del gas e del petrolio”. È quanto emerge dal primo rapporto annuale sull’informazione dei cambiamenti climatici nel nostro Paese, realizzato per Greenpeace Italia dall’Osservatorio di Pavia. Lo studio ha esaminato da gennaio a dicembre 2022 come il clima è stato raccontato dai cinque quotidiani nazionali più diffusi (Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire, La Stampa), dai telegiornali serali delle reti Rai, Mediaset e La7 e da un campione di programmi televisivi di approfondimento.
 
I criteri di analisi
In base ai risultati dello studio, Greenpeace ha stilato la classifica per l’anno 2022 dei principali quotidiani italiani, valutati mediante cinque parametri: quanto parlano del riscaldamento globale; se tra le cause citano i combustibili fossili; quanta voce hanno le aziende accusate di essere inquinanti; quanto spazio è concesso alle loro pubblicità; se le redazioni sono trasparenti rispetto ai finanziamenti ricevuti dalle aziende inquinanti.
Quest’ultimo parametro è stato valutato con un questionario che Greenpeace ha inviato ai direttori delle cinque testate, a cui ha risposto parzialmente solo Avvenire.
Considerando la media dei cinque parametri, solo Avvenire raggiunge la sufficienza (3 punti su 5); scarsi i punteggi di Repubblica (2,4), Corriere (2,2) e La Stampa (2,2); chiude la classifica Il Sole 24 Ore (2,0), il quotidiano che risente della maggiore influenza da parte delle aziende inquinanti.
 
Due articoli al giorno
Il numero di articoli in cui si parla di clima pubblicati dai principali quotidiani italiani si attesta intorno a una media di 2 al giorno.
I picchi di attenzione si sono registrati a luglio, in concomitanza con la siccità estiva del Nord Italia, e a novembre, in occasione del summit sul clima di Sharm el Sheik (Cop27) e della tragica frana di Ischia.
L’analisi ha inoltre misurato lo spazio offerto dai quotidiani alle pubblicità dell’industria petrolifera, alle case automobilistiche, alle compagnie aeree e alle compagnie crocieristiche. I risultati mostrano che, nel loro insieme, i cinque quotidiani hanno pubblicato una media di 2 pubblicità al giorno.
L’impatto economico emerge dall’analisi dei soggetti che hanno più voce nel racconto mediatico del clima: al primo posto si trovano i rappresentanti dell’economia e della finanza (16%), seguiti da politici e istituzioni internazionali (15%), esperti (13%), associazioni ecologiste (13%) e politici e le istituzioni nazionali (11%), a conferma del sostanziale disinteresse dei giornali italiani per la politica italiana.
 
Sulle televisioni
I telegiornali di prima serata hanno parlato esplicitamente di clima in quasi il 2% delle notizie trasmesse. Studio Aperto e TG1 sono i telegiornali che in percentuale hanno dedicato più spazio al problema, mentre fanalino di coda si conferma il TG La7 di Enrico Mentana, con l’1% dei servizi trasmessi. Un approfondimento nei mesi di luglio e agosto 2022 ha infine evidenziato che nelle notizie di eventi meteorologici estremi la connessione con i cambiamenti climatici è riconosciuta in un quarto delle notizie trasmesse dai telegiornali. Gli eventi meteorologici sono stati il principale motivo di attenzione da parte dei programmi televisivi di approfondimento, che hanno affrontato il clima in 218 delle 1.223 puntate monitorate, pari al 18% del totale. Unomattina è il programma con il maggior numero di puntate dedicate (90), Cartabianca quello con la maggior frequenza rispetto alle puntate trasmesse (39%). In fondo alla classifica si trovano le due trasmissioni di La7: L’Aria che tira (8%) e Otto e mezzo/In Onda (6,5%), a conferma della scarsa attenzione mostrata da questa rete televisiva.
 
Il commento di Greenpeace
“Un anno di rigoroso monitoraggio sui principali media italiani dimostra senza equivoci che, nonostante l’intensificarsi degli eventi estremi sia ormai realtà anche in Italia, la crisi climatica non viene raccontata per quello che è: un’emergenza che minaccia la vita sul pianeta e la sicurezza delle persone”, dichiara Giancarlo Sturloni, responsabile della comunicazione di Greenpeace Italia.
 
Per leggere lo studio: https://www.greenpeace.org/static/pl...

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