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Europa ed energia. Il Parlamento europeo approva la riforma del mercato elettrico

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 15/04/2024 who roberto

L'Ue avrà il potere di dichiarare una crisi dei prezzi dell'energia elettrica a livello regionale o comunitario. La riforma adottata in via definitiva mira a rendere il mercato elettrico più stabile, accessibile e sostenibile

Il Parlamento Europeo ha dato mercato-elettrico.jpgil via libera a larghissima maggioranza ai quattro “file” del pacchetto per la riforma del mercato elettrico e dell’energia, confermando in sessione plenaria le intese raggiunte a dicembre 2023 con il Consiglio dell’Ue (che ora dovrà mettere la parola fine con l’approvazione per l’entrata in vigore) sul mercato elettrico e sulla decarbonizzazione del mercato del gas.
 
Che cosa contiene
Le misure legislative, composte da un regolamento e da una direttiva, già concordati con il Consiglio, sono state adottate rispettivamente con 433 voti a favore, 140 contrari e 15 astensioni, e con 473 voti a favore, 80 contrari e 27 astensioni. Il testo ha l’obiettivo di proteggere i consumatori dalla volatilità dei prezzi. Durante i negoziati, i deputati hanno inserito misure per dare ai consumatori in tutta l’Ue il diritto di accedere a contratti a prezzo fisso o a contratti a prezzi dinamici e ricevere informazioni importanti sulle opzioni a cui si iscrive. I fornitori non potranno modificare unilateralmente i termini di un contratto.
I deputati hanno inoltre assicurato che i Paesi dell'Ue potranno vietare ai fornitori di ridurre l'approvvigionamento di energia elettrica dei clienti vulnerabili, anche durante le controversie tra fornitori e clienti. La legislazione prevede i cosiddetti "contratti per differenza" (in inglese contracts for difference, cfd), da stipulare con l’autorità pubblica per sostenere gli investimenti, o schemi equivalenti con gli stessi effetti, per incoraggiare gli investimenti energetici. In un cfd, l'autorità pubblica compensa il produttore di energia se i prezzi di mercato scendono troppo bruscamente, ma incassa una parte dei profitti se i prezzi sono troppo elevati. L'uso di cfd sarà consentito per tutti gli investimenti nella nuova produzione di energia elettrica, sia da fonti rinnovabili che da energia nucleare. Il testo crea un meccanismo per dichiarare una crisi dei prezzi dell'energia elettrica. In una situazione di prezzi molto elevati e a determinate condizioni, l'Ue può dichiarare una crisi dei prezzi dell'energia elettrica a livello regionale o comunitario, consentendo agli Stati membri di adottare misure temporanee per fissare i prezzi dell'elettricità per le pmi e i consumatori industriali ad alta intensità energetica.
 
Sostegni e capacity
L’elemento centrale della riforma del mercato elettrico è l’introduzione di strumenti di finanziamento per le energie rinnovabili e a zero emissioni di carbonio, compreso il nucleare, rendendo i prezzi dell’elettricità meno dipendenti dalla volatilità di quelli dei combustibili fossili. Il sostegno pubblico diretto alla produzione di energia elettrica rinnovabile (eolica, solare, idroelettrica senza serbatorio, geotermica) e da nucleare avverrà attraverso un contratto per differenza a due vie, in cui ai produttori viene pagato un prezzo di esercizio fisso per la loro elettricità, indipendentemente dal prezzo nei mercati dell’energia a breve termine. Il Consiglio avrà il potere di dichiarare una crisi dei prezzi (su proposta della Commissione), in base al prezzo medio dell’elettricità all’ingrosso o a un forte aumento dei prezzi al dettaglio dell’elettricità: in caso di crisi i prezzi possono essere fissati fino al 70 per cento del consumo di elettricità per le piccole e medie imprese e fino all’80 per cento per le famiglie.
Sui meccanismi di capacità (strumenti di incentivi alla generazione a disposizione degli Stati membri per contrastare potenziali carenze di elettricità) gli Stati membri possono sostenere finanziariamente le strutture per la fornitura di capacità, trasformandoli da una soluzione di emergenza a una componente strutturale dell’approvvigionamento energetico. Rimane fino alla fine del 2028 l’eccezione del finanziamento alle centrali elettriche a carbone o a gas già in funzione che emettono emissioni superiori allo standard di emissione (più di 550 g di CO2 per KWh). Sul fronte dei consumatori, ci sarà libera scelta di stipulare contratti a prezzo fisso (con durata minima di un anno) o contratti a prezzo flessibile, e soprattutto viene introdotto il divieto di interruzione della corrente per le persone colpite dalla povertà energetica.
 
La decarbonizzazione del mercato del gas
Per quanto riguarda la decarbonizzazione del mercato del gas, il punto centrale riguarda la creazione di un modello di mercato per l’idrogeno in Europa con regole per l’accesso alle infrastrutture, la separazione della produzione e delle attività di trasporto e la fissazione delle tariffe. È prevista a partire da quest’anno – ma pienamente operativa dal 2027 – una nuova entità europea indipendente che riunirà gli operatori delle reti a idrogeno (Ennoh) accanto alle altre due strutture esistenti per il gas (Entsog) e l’elettricità (Entsoe). Diventerà permanente, ma su base volontaria, il meccanismo di acquisti congiunti di gas introdotto durante la crisi energetica, mentre l’idrogeno sarà incluso sotto forma di progetto pilota quinquennale per riunire la domanda e l’offerta e per garantire trasparenza di mercato nell’ambito della Banca europea dell’idrogeno.
È il 2049 la data per lo stop ai contratti a lungo termine per il gas fossile non abbattuto, ovvero le cui emissioni di gas serra non sono state lavorate per essere eliminate attraverso tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, in vista degli obiettivi di emissioni nette zero emissioni nell’Ue alla metà del secolo. Resta la possibilità di contratti fornitura a breve termine (inferiori a un anno) perché sono considerati importanti per la sicurezza dell’approvvigionamento e per ragioni di liquidità del mercato. In linea con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi, sarà introdotto un meccanismo che consente agli Stati membri di limitare le offerte anticipate per la capacità di accesso alla rete e ai terminali per il gas naturale e il Gnl provenienti da Russia e Bielorussia.
 
Commenti
“È un passo verso una nuova transizione energetica, in futuro vogliamo avere elettricità da rinnovabili, nucleare e idrogeno”, ha esultato il relatore per il Regolamento sui mercati interni del gas rinnovabile, del gas naturale e dell’idrogeno, Jerzy Buzek (Ppe), per l’approvazione arrivata con 447 voti a favore, 90 contrati e 54 astenuti: “La transizione deve essere giusta dal punto di vista sociale e razionale dal punto di vista dei costi”. A completare la metà del pacchetto sull’energia la direttiva che stabilisce norme comuni per i mercati interni del gas rinnovabile e del gas naturale e dell’idrogeno, (passata con 425 voti a favore, 64 contrati e 100 astenuti), il cui relatore Jens Geier (S&D) ha rimarcato la necessità di “un modus operandi che non porti paura tra i cittadini sulla transizione di uscita dal metano e che garantisca concorrenza e competitività alla nostra industria”. "Questa riforma pone i cittadini in prima linea nell'assetto del mercato dell'energia elettrica. Il testo comprende misure volte a proteggere i cittadini, in particolare i più vulnerabili e ad accelerare la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili. Il Parlamento ha compiuto un passo avanti nella democratizzazione dell'energia, creando un assetto di mercato che risponda ai fallimenti esposti dalla crisi energetica. Tutti i consumatori, comprese le micro, piccole e medie imprese avranno accesso a prezzi, accessibili, stabili e a lungo termine", ha dichiarato Nicolás González Casares (S&D, ES). "Ci riserviamo un giudizio finale sulla riforma quando leggeremo il testo del regolamento e della direttiva. In ogni caso ci sono alcuni passi avanti. È positivo, ad esempio, se si impedisce ai fornitori di modificare unilateralmente i termini di un contratto a tempo determinato e a prezzo fisso, come invece è accaduto nel 2022, fino a che il Governo Draghi con il Dl Aiuti bis intervenne per porre rimedio. Auspichiamo, però, che si cancelli anche la nefandezza, entrata in vigore quest'anno, di consentire alle imprese elettriche di poter applicare una penale a carico del cliente che esercita il recesso prima dello scadere del contratto nel caso di offerte a tempo determinato e a prezzo fisso" afferma Marco Vignola, vicepresidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

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