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L’identikit delle startup sostenibili nel report di Cariplo Factory

where Milano when Gio, 11/05/2023 who roberto

L’analisi, svolta su un campione di oltre100 realtà innovative attive nell’ambito della sostenibilità, evidenzia come queste imprese siano attente (61%) a valutare l'impatto ambientale, sociale e di governance dei propri fornitori e a selezionarli in base ai criteri ESG

Cariplo Factory – l’hub di innovazionecariplofactorylogoresized.jpg creato da Fondazione Cariplo nel 2016 – pubblica oggi “Sustainability Waves | ESG Italian Startups”, il rapporto che analizza il tema della sostenibilità, a partire dall’aderenza ai criteri ESG, all’interno delle startup italiane. Il report – patrocinato dalla Commissione Europea e realizzato con il supporto di player come InnovUp, AIFI, She Tech, Italian Tech Alliance, La Carica delle 101 e Aut Studio – dà voce a oltre 100 startup che hanno risposto all’appello di Cariplo Factory, raccontando le loro storie e il loro approccio alla sostenibilità. I risultati della ricerca restituiscono un quadro molto incoraggiante: le startup italiane sono sostenibili per vocazione, e possono essere d’esempio per le istituzioni e per gli investitori (che, invece, lo sono meno).
“Il report di quest’anno tratta un tema per noi cruciale: la sostenibilità fa parte del nostro DNA essendo Cariplo Factory una benefit company. Per le aziende, oggi, la sostenibilità è un tema strategico: si tratta di una rivoluzione culturale ancora prima che economica e finanziaria. La triplice pressione da parte del mercato dei capitali, delle autorità di regolamentazione e dei consumatori, sta spingendo le aziende a interrogarsi sulle proprie capacità di affrontare il cambiamento in atto. Tra le imprese che sono nate con questa vocazione ci sono senza dubbio molte startup” – ha dichiarato Riccardo Porro, Chief Operating Officer di Cariplo Factory –.

Il campione
Le startup che fanno parte di Sustainability Waves sono aziende di dimensioni contenute ma con tassi di crescita e prospettive significative: l'82% ha meno di 10 dipendenti e solo il 3% supera i 50 dipendenti; oltre il 50% si trova nella fase early stage e growth, mentre il segmento seed e pre-seed supera di poco il 40% del totale. Nella maggior parte dei casi sono aziende in grado di  raccogliere investimenti e di proiettarsi già sul mercato nazionale (54% del totale) e  internazionale (40%). Oltre il 50% si colloca nella fascia alta (tra il 7° e il 9° livello) dell’Investment Readiness Level, l’indice che misura la maturità della startup per la raccolta di capitali.

Benefit corporation e ambassador della sostenibilità
Il 57% delle startup del campione sono già società benefit o stanno lavorando per diventarlo, il 38% ha una certificazione B Corp o sta lavorando per raggiungerla, e il 96% dichiara di tenere in considerazione l'impatto dei fornitori o di rinunciare a servirsi di coloro che non rispecchiano i propri valori aziendali e i principi ESG. Il 61%, inoltre, svolge un ruolo attivo tramite processi specifici di coinvolgimento e sensibilizzazione dei clienti sulle tematiche della sostenibilità.
Le motivazioni e gli ostacoli all’adozione dei criteri ESG
La scelta di adottare i criteri ESG è ancora oggi una conseguenza di ambizioni, motivazioni e obiettivi di carattere ideale: il 52% delle startup intervistate lo ha fatto per il desiderio di agire positivamente, esercitare un impatto e rendere il mondo un posto migliore, mentre "solo" il 24% ha adottato i criteri ESG in seguito a specifiche esigenze dei clienti. Una percentuale ancora inferiore, infine, lo ha fatto per migliorare la reputazione aziendale (8% del totale) o perché costrette dalla crescente pressione normativa (2%). Non sorprende, tuttavia, che il quadro normativo ancora complesso e confuso, i timori legati al greenwashing, i costi elevati e la scarsa trasparenza di benchmark e indici, abbiano avuto un ruolo importante nel rallentare od ostacolare l'adozione dei criteri ESG in oltre due casi su tre tra quelli analizzati.

Le startup e l’ambiente
Le startup del campione di Sustainability Waves sono particolarmente attive nel presidiare  l'aspetto più propriamente “ambientale” dei criteri ESG: oltre il 77% ha attivato programmi di tutela o riduzione dell'impatto prodotto sull'ambiente (a livello di gestione dei rifiuti, di rispetto della biodiversità e utilizzo del terreno o trattamento delle materie prime), mentre il 55% dispone già di tecnologie per la riduzione dell'impatto ambientale. Solo il 16% si è dovuto affidare a un team di esperti per la misurazione di quest’ultimo, mentre il 41% ha creato un sistema interno di gestione e monitoraggio.

Le startup e gli investimenti
Interessante constatare come il 36% dei fondi e degli investimenti a cui le startup hanno avuto o hanno attualmente accesso aderiscano ai criteri ESG, mentre il 14% non vi aderisca e sul restante 50% le informazioni siano molto limitate o del tutto assenti. Sembra risultarne, a conti fatti, un disallineamento tra la fuga in avanti delle startup verso la sostenibilità e la lentezza degli investitori nell’adeguarsi all’evoluzione dell’ecosistema e specializzarsi a propria volta nel rispetto dei criteri ESG. Ma si tratta di un ritardo già parzialmente superato con l’accelerazione sul tema da parte degli investitori registrata nei primi mesi dell’anno (i dati sono stati raccolti nel corso del 2022). Non va molto meglio, infine, per quanto riguarda gli investimenti e i sostegni provenienti da soggetti di natura pubblica. Solo il 24% delle aziende dichiara di aver ricevuto investimenti dedicati all'imprenditorialità sostenibile, di cui il 46% dall'Unione Europea e il 42% attraverso contributi per lo più regionali. Eppure, il fabbisogno di liquidità non è affatto soddisfatto: nove startup su dieci sono attualmente alla ricerca di nuovi round, di cui più del 30% da oltre un milione di euro.

Il report è scaricabile al link: https://www.cariplofactory.it/sustai...

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