Tecnologia

La soluzione, chiamata Bioreval, è un acceleratore di processo adattabile a qualsiasi tipo di impianto. Lo sta sviluppando una start-up di Pordenone

Utilizzare gli scarti vegetali per aumentare l'efficienza degli impianti di biogas specializzati nella produzione di energia elettrica. La tecnologia è in via di sviluppo da parte della start-up pordenonese Biovalene srl, impegnata nella prima mappatura genomica dei ceppi batterici ad alta resa, presente sul mercato con il primo prodotto capace di ottimizzare i processi degli impianti di biogas. La soluzione, chiamata Bioreval, è un acceleratore di processo adattabile a qualsiasi tipo di impianto, per tecnologia e dimensione, senza alterazioni o modifiche della struttura. Per Fabio Messinese, amministratore delegato di Biovalene, "mentre le altre tecnologie vanno a lavorare direttamente sul digesto centrale e, spesso, introducono materiale liofilizzato, la nostra soluzione opera direttamente sui materiali presenti, senza introdurre sostanze estranee. La nostra idea di fondo è che un impianto funzioni meglio quando i batteri sono più 'affamati': questo riduce i costi, ottimizza i consumi e migliora la produzione". Bioreval preleva una quota di biomassa dal digestore centrale, la potenzia alimentandola con macroelementi e con batteri selezionati dai laboratori Biovalene. All'interno degli ambienti della macchina i batteri hanno modo di moltiplicarsi aumentando la loro capacità digestiva. A questo punto vengono immessi di nuovo nel digestore principale per coinvolgere tutte le masse presenti in questo processo di accelerazione, una sorta di 'turbocompressore'. Il sistema è già stato testato dal 2014 su impianti da 1 MWe; messo a regime nel 2015 e tutt'ora in funzione, ha svolto positivamente il suo lavoro. La soluzione è in grado ridurre l'alimentazione degli impianti almeno del 10%, liberando così porzioni coltivate per altri usi, aumentando la rendita agraria.