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Lo scenario di Ecco sullo stato del gas rivela che sono eccessivi gli investimenti in infrastrutture

where Milano when Lun, 26/02/2024 who roberto

Stando alle ipotesi del rapporto “Lo stato del Gas: scenari 2030, 2040 e 2050” gli investimenti sono necessari solo a fronte di una domanda nazionale che rimane alta su volumi non coerenti né con gli obiettivi climatici futuri

A due anni dall’inizio della crisi pipeline-gas.jpge con un consumo di gas sceso in Europa ai livelli più bassi degli ultimi 10 anni, è opportuno chiedersi se nuovi investimenti in infrastruttura gas siano necessari per la sicurezza degli approvvigionamenti e se ha senso per l’Italia diventare hub del gas del Mediterraneo in un contesto in cui la transizione sta ridefinendo i mercati energetici? Al duplice quesito di Ecco risponde il suo rapporto “Lo stato del Gas: scenari 2030, 2040 e 2050”.
Secondo il think tank italiano, indipendente e senza fini di lucro la cui missione è accelerare l’azione climatica, non sono necessari se si vogliono rispettare gli impegni al 2030. Stando alle simulazioni di Francesca Andreolli e Gabriele Cassetti le ipotesi di nuovi investimenti in capacità a gas (lo spostamento dei terminali Gnl da Piombino a Vado Ligure, la Linea Adriatica, l’ampliamento del Tap, i terminali on-shore a Gioia Tauro e Porto Empedocle e il progetto Poseidon-Eastmed) sono necessarie alla sicurezza degli approvvigionamenti solo di fronte a una domanda nazionale che rimane alta su volumi non coerenti né con gli obiettivi climatici nazionali ed europei al 2030 né con gli impegni internazionali dell’Accordo di Parigi.

I tre scenari
Come è noto l’Europa mira a raggiungere la completa autonomia dalla Russia entro il 2027. L’Italia ha risposto da una parte cercando nuovi fornitori di gas nell’area del Mediterraneo esteso e nel continente africano, e dall’altra spingendo su rinnovabili e efficienza energetica per ridurre la domanda. Per gestire l’instabilità geopolitica internazionale e l’evoluzione dei mercati energetici, serve assicurare un sistema efficiente e competitivo. Per questo motivo, secondo Ecco lo sviluppo di nuova infrastruttura gas dovrebbe inquadrare l’evoluzione della domanda, lo sviluppo delle rinnovabili, dei processi di elettrificazione, dell’efficienza energetica, degli strumenti di gestione del sistema di stoccaggio e dei picchi. Lo studio simula all’interno del mercato europeo l’equilibrio tra domanda e offerta di gas con granularità giornaliera al 2030, 2040 e 2050, ipotizzando tre scenari di domanda gas (Late Transition, Fit for 55, G7), in Italia e in Europa. Le ipotesi infrastrutturali in discussione sono valutate rispetto alla sicurezza, al rischio di stranded cost e agli obiettivi climatici.
 
Risultati chiave

A parere degli analisti di Ecco, ò’attuale infrastruttura permette di soddisfare i requisiti di sicurezza per gli scenari allineati agli obiettivi climatici (scenari G7 e Fit For 55), e solo lo scenario di Late Transition (che al 2030 vede una domanda gas superiore all’attuale) necessita lo spostamento del rigassificatore di Piombino, il rafforzamento della dorsale Adriatica e un incremento del 50% del Tap. I terminali on-shore a Goia Tauro e Porto Empedocle, valutati “strategici e urgenti” dal DL Sicurezza Energetica (DL 181/2023), non vengono di fatto utilizzati in alcun scenario né a copertura della domanda né per liberare volumi da esportare all’estero; il volume delle esportazioni italiane verso l’Europa, nell’ipotesi di piena chiusura dei flussi russi, è stimato in tutti gli scenari tra i 6 e i 9 miliardi di mc/a. Tale perimetro descrive un hub del gas italiano a volumi comunque inferiori alla domanda nazionale gas pre-covid.
 
Rischi per la decarbonizzazione
Sono giudicati come eccessivi inuovi investimenti in infrastruttura gas poiché esporrebbero il sistema a molteplici rischi, quali le ripercussioni sul costo della materia prima per famiglie e imprese, e distrarrebbero risorse pubbliche e private dallo scenario di decarbonizzazione che, come rivela lo studio, è in grado di garantire una maggiore sicurezza anche a fronte di instabilità geopolitiche. All’interno della prospettiva europea un rallentamento rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione e la mancanza di cooperazione transnazionale espone il rischio di stranded cost. A pochi mesi dalle elezioni Ue tali analisi sono necessarie nei rapporti internazionali e nella valutazione di decisioni di investimento strategiche.
 
Leggi lo studio di Ecco: https://eccoclimate.org/it/lo-stato-...

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