Animalìe. L’Italia ha esaurito i suoi mari, comincia l’import di pesce
La settimana scorsa abbiamo finito (in teoria) il pesce nazionale
La settimana scorsa l'Italia ha finito le sue “scorte” nazionali di pesce e ora deve dipendere dalle importazioni dall'estero. In sostanza, abbiamo già mangiato tutto il pesce che il nostro mare riesce a produrre. Lo afferma l'associazione MedReAct sulla base del nuovo rapporto della New Economics Fundation (Nef), secondo cui abbiamo pescato troppo e impoverito i nostri mari.
Per l'Ue nel suo insieme, la data da cui inizierà a dipendere dalle importazioni per rifornire di pesce il proprio mercato è invece il 5 luglio. Significa che quasi la metà del pesce consumato nell'Unione europea proviene da acque non Ue.
Le nostre scorte di pesce locale terminano sempre prima obbligando l'Europa a importare da altri Paesi, ogni anno con anticipo sempre maggiore. "Nonostante il fatto che l'Italia rappresenti la più grande flotta peschereccia del Mediterraneo e una delle più importanti a livello europeo, oltre il 60% del pesce che arriva sulle nostre tavole viene importato dall'estero”, afferma Domitilla Senni, rappresentante dell'associazione MedReAct.
Secondo il rapporto, la domanda di pesce in un generale contesto di sovrasfruttamento delle risorse ittiche è sostenibile mentre - afferma MedReAct - se le risorse fossero gestite in modo sostenibile e responsabile, le acque europee potrebbero garantire l'approvvigionamento di pesce nel lungo periodo e conseguentemente produrre benefici occupazionali, economici e sociali.