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Ecco il “paper industrial deal”, il piano strategico del settore cartario italiano

where Roma when Mar, 01/07/2025 who roberto

Il nostro Paese è il secondo utilizzatore Ue di carta da riciclare e terzo produttore Ue con una quota dell’89% di materie prime riciclabili. Presentato il piano nell’ambito dell’assemblea pubblica di Assocarta. 

Mettere in sicurezza il settore lorenzo-poli.jpgcartario italiano dagli shock economici e di transizione energetica e a rendere il comparto più resiliente, competitivo e sostenibile, riducendo i costi dell’energia e trasformando gli obiettivi di decarbonizzazione in un motore di crescita. Sono questi alcuni degli ambiziosi obiettivi contenuti nel Paper Industrial Deal, il piano strategico di settore del sistema cartario italiano, presentato a Roma dal presidente di Assocarta Lorenzo Poli.

 
Terzi in Europa
Un piano partito dai numeri dell’anno scorso. Nel 2024 la produzione e la domanda interna presentano un recupero del 6,2% e del 7,8% rispettivamente, a fronte di un fatturato di 8,3 miliardi di euro - in aumento dell’1,5% - generato da 19mila addetti diretti in 151 cartiere. Ma crescono anche le importazioni del 12,7% che soddisfanno oltre il 54% della domanda interna confermando una perdita di competitività sul mercato interno dei prodotti nazionali. E dopo un biennio di contrazione, torna a crescere la domanda estera che registra un aumento dell’11,2% sul 2023 con un export per lo più diretto verso Francia, Germania e Spagna, in particolare per le carte e cartoni da imballaggio (+15,4%).
“In un contesto politico-economico incerto ed imprevedibile a livello europeo e mondiale, il sistema cartario nazionale ha la certezza di dove è arrivato e di dove vorrebbe andare. Siamo i terzi produttori Ue di carta e cartone dietro a Germania e Svezia con una quota dell’89% di materie prime provenienti da materiali riciclabili 56% e da fonti rinnovabili (biomasse) 33% e secondi utilizzatori Ue di carta da riciclare con l’11,4% del consumo europeo dopo la Germania, con un tasso di riciclo del 70,9% che negli imballaggi supera l’85%, andando oltre gli obiettivi Ue”, illustra il presidente di Assocarta Lorenzo Poli nella sua relazione.
 
Questione energia
Come è noto da tempo il futuro si settore passa attraverso la riduzione del prezzo dell’energia. .“Mettere in sicurezza il settore e l’intera filiera con misure non più rinviabili” sottolinea Poli “per azzerare il differenziale Psv-Ttf che per il settore nel 2024 ha comportato extracosti per oltre 50 milioni di euro e per cercare di ridurre il costo del gas con una nuova gas release che superi l’attuale schema e che faccia leva sul biometano per gli hard-to-abate. Oltre a interventi concreti per sostenere la decarbonizzazione attraverso la decarbonizzazione dei combustibili con una biometano release e l’elettrificazione delle rinnovabili con contratti per differenze rispetto al costo del gas e piano di sviluppo dell’infrastruttura elettrica per sviluppare l’elettrificazione”.
Positive le aperture sulla disciplina Ue degli aiuti di stato perché consentono di varare misure di sostegno alle politiche energetiche di decarbonizzazione come l’energy e la gas release ma rimane il rischio che venga compromessa la coesione del mercato unico perché ci sono vari spazi di bilancio. Si tratta di una delle dieci misure per rafforzare circolarità e decarbonizzazione del settore contenute nel Paper Industrial Deal che prevede interventi strutturali che riguardano la valorizzazione delle biomasse per la decarbonizzazione degli hard-to-abate in linea con la Strategia Forestale Nazionale, la semplificazione dell’Eudr per favorire l’utilizzo di materie prime rinnovabili come legno e carta ma soprattutto misure che riguardano il costo energetico che, nel 2024, ha visto un differenziale di prezzo del gas naturale - tra il mercato nazionale e quello dei principali competitor europei - pari a circa 2,30 euro il MWh, il più alto dal 2020 ad oggi, oltre il 6% del prezzo del gas.
 
Ambiente e lavoro
Non solo energia ma anche economia circolare su cui innestare un ciclo virtuoso su occupazione e produttività. “Come settore cartario vorremmo mantenere i benefici ambientali, economici, e sociali del riciclo della carta sul territorio italiano con misure volte a ridurre l’export di materia prima riciclabile che, nel 2020-2024, ha raggiunto un valore medio annuo di 1,73 milioni di tonnellate: un quarto della carta raccolta da cittadini e imprese italiane che se fosse riciclata in Italia aumenterebbe la produttività dell’industria cartaria italiana del 27%, creerebbe 1.360 nuovi posti di lavoro in Italia e produrrebbe un Pil aggiuntivo per l’Italia di 1,4 miliardi di euro ogni anno” afferma Poli.
A questo va aggiunta rinnovata attenzione al lavoro. “Detassare le indennità che i lavoratori, organizzati sui turni percepiscono come lavoro domenicale, notturno, festivo e straordinario per rendere più attrattivo il settore e facilitare il reperimento di nuove risorse e il cambio generazionale” aggiunge ancora Poli. Queste misure sono all’interno della piattaforma Federazione Carta e Grafica e intendono rafforzare un comparto centrale per la competitività e produttività di una filiera che rappresenta un valore di circa 27 miliardi di euro di fatturato (1,2% Pil), generato da oltre 160mila addetti diretti in circa 16mila imprese, essenziale per attività chiave della società quali igiene, cultura, prevenzione dello spreco alimentare, scambi commerciali e per circolarità complessiva dell’economia italiana. Nel 2024 le carte e cartoni per imballaggio hanno sostenuto la ripresa con un +5,7% e dopo cinque anni di pesanti contrazioni si è assistito a un rimbalzo del +11,2% per le carte per usi grafici. Si è rafforzata la crescita dei volumi di carte per usi igienico-sanitari del 4,6%, segmento che presenta livelli superiori a quelli pre-pandemia.

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