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ZeroEmission – Gli operatori chiedono nuove regole e maggiori certezze per fotovoltaico ed eolico

where Roma when Lun, 10/09/2012 who redazione

Dalla manifestazione capitolina, conclusa la settimana scorsa, emerge la richiesta di un vero piano nazionale di sviluppo che punti sulle rinnovabili per alimentare la domanda di energia elettrica futura

Fotovoltaico ed eolico sono grandi risorse, che offrono la possibilità di produrre energia pulita, capace di abbinare crescita e sviluppo con il rispetto dell’ambiente. Ma in Italia il comparto chiede più certezze e garanzie a tutela dei settori. È questo il messaggio che arriva da ZeroEmission Rome 2012, la manifestazione dedicata a energie rinnovabili, sostenibilità ambientale, che si è conclusa la scorsa settimana nella capitale. A seguire alcune considerazioni di associazioni, operatori ed esperti.
Per Giovanni Simoni, presidente di Assosolare: “Possiamo trasformare le fonti rinnovabili elettriche non programmabili in una forza propulsiva per la crescita attraverso lo sviluppo delle infrastrutture di rete (un'occasione unica di investimento con immediati risultati economici), delle tecnologie e dei componenti delle nuove reti e dei componenti speciali di impianti (inverter, contatori elettronici, quadri, dispositivi di misura e di trasmissione dati) e il costante miglioramento delle modalità di gestione (sistemi di controllo, sistemi di gestione da remoto, integrazione con le altre fonti di energia programmabile). Per fare tutto questo ci vogliono regole nuove e, soprattutto, un vero piano nazionale di sviluppo, che crei le condizioni per garantire che una fonte primaria come il solare possa aumentare costantemente il proprio contributo nel bilancio elettrico nazionale”.
Per Simone Franzò dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano: “Bisogna passare a un nuovo concetto di grid parity, secondo cui questa verrà raggiunta quando l’investimento fotovoltaico sarà conveniente anche senza gli incentivi. Fatta questa premessa, in Italia la grid parity è un traguardo alla portata, ma gli scenari futuri del fotovoltaico dipenderanno dalla risposta che la filiera industriale riuscirà a dare al mercato. Sarebbe necessaria, ad esempio, una forte riduzione del costo dei moduli e degli inverter. È indispensabile uno sforzo da parte degli attori della filiera industriale, ma l’obiettivo è possibile e consentirà al fotovoltaico di proseguire la sua corsa”.
Per Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente, “Occorre che in Italia ci siano norme certe e garanzie per chi investe nell’eolico. Non è possibile che in ogni Regione le regole siano diverse, fino all’assurdo di avere divieti totali all’utilizzo di questa tecnologia. La stessa cosa vale per l’eolico offshore, che da noi avrebbe ottime prospettive, ma per cui esistono norme e referenti precisi per sottoporre e autorizzare i progetti”.
Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, dice: “Per noi il problema principale è quello del riscaldamento globale e l’eolico, proprio per l’apporto positivo che fornisce, andrebbe fortemente incentivato in Italia e non bloccato come fanno le nuove normative”.
Marco Pigni, presidente di Aper (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili), sott: “Il decreto sulle energie rinnovabili approvato lo scorso 6 luglio garantisce agli impianti di potenza inferiore ai 60 kW, una tariffa incentivante ancora molto interessante, pari a 291 €/MWh prodotto per 20 anni, contro i 300 €/MWh per 15 anni del precedente sistema. La tecnologia ha buone possibilità di sviluppo nel Paese, a patto che si risolvano una serie di problemi strutturali. Tra questi, la farraginosità delle autorizzazioni, la disomogeneità delle norme tra le varie regioni italiane, il costo delle turbine e, soprattutto la certezza di avere garanzie per gli investimenti. “Il mini-eolico è l'unica fonte rinnovabile per cui un'azienda agricola non goda di sgravi fiscali, in caso di installazione, cosa che invece avviene per fotovoltaico o biogas”.
Buonfrate, presidente del Cpem (Consorzio Produttori Energia Minieolico): “In Italia gli impianti allacciati fino a oggi sono stati finanziati con mezzi propri dell’investitore o, nei pochi casi di intervento da parte delle banche, grazie alle garanzie personali o reali rilasciate. Questo atteggiamento potrà cambiare solo grazie allo sviluppo di regole legate alla qualificazione dei costruttori e alla certificazione delle macchine. Man mano che il settore si darà regole puntuali, le banche saranno più propense a valutare e finanziare i progetti”.
Infine, per Andrea De Pasquale dell’Università di Bologna: “La produzione combinata di energia elettrica e calore ad alto rendimento, nota anche come Car (Cogenerazione ad Alto Rendimento), è una delle strade indicate dalla Comunità europea per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico, di ridotto impatto ambientale e di sicurezza nell'approvvigionamento energetico. Questi obiettivi energetico-ambientali e le relative prestazioni, potenzialmente conseguibili con la soluzione della cogenerazione, si possono spiegare su basi quantitative, in rapporto alle tecnologie convenzionali per la produzione separata di energia elettrica e calore. La direttiva europea delinea uno scenario di indirizzo ben preciso e la normativa italiana impone condizioni specifiche per il riconoscimento della qualifica Car. Inoltre, sono nuovi i regimi di sostegno previsti per questi impianti, anche in termini di fiscalità in materia.