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In Toscana si lavora a una grande holding pubblica dell’acqua

where Firenze when Gio, 20/09/2018 who roberto

La proposta del presidente Enrico Rossi in Consiglio regionale punta a una ripubblicizzazione del servizio idrico

Prefigurare un nuovo assetto pubblicoenrico-rossi.jpg dell'acqua con la realizzazione, entro il 2034, di una grande holding pubblica, alla quale parteciperanno le altre società toscane tutte pubbliche. Un'operazione da concertare con i sindaci, che permetterà di avere più risorse da investire e darà la risposta sulla quale i cittadini si sono già espressi nettamente con il referendum. È questa la proposta del presidente Enrico Rossi, che in Consiglio regionale ha illustrato la comunicazione della Giunta sul servizio idrico in Toscana. "Il Consiglio regionale - ha sottolineato - ha l'opportunità insieme ai sindaci di regolare un processo di ripubblicizzazione dell'acqua, per il quale i cittadini si erano già espressi in larghissima maggioranza nel 2011".
 
"Ripubblicizzare è necessario - ha aggiunto Rossi - perché c'è il sentimento diffuso che l'acqua è un bene comune e, se governato dal pubblico, ci possono essere più garanzie di lungimiranza. E poi perché i cittadini sono stufi di sapere che un pezzo delle loro tariffe finiscono a Roma, perché magari Acea partecipa alle società miste, o vanno nelle aziende di Caltagirone. I cittadini chiedono invece che le tariffe siano impiegate per far fronte a quel tema delicatissimo che è la manutenzione. La creazione di una holding permetterebbe un'operazione di equilibrio".
 
Le sette società hanno fatto molto, ha detto Rossi: si sono strutturate. "Rispetteremo entro il 2022 l'obiettivo della depurazione come ci è stato imposto dall'Unione Europea e questo ha voluto dire concentrare le risorse sui depuratori anziché sulle manutenzioni. Se dunque l'assemblea regionale dei sindaci, seguendo le indicazioni della legislazione vigente (che prevede che la società pubblica che supera il 25% della popolazione in ambito regionale rilevi le altre società), accoglierà ciò che i sindaci dei Comuni serviti da Publiacqua hanno già deciso all'unanimità di passare a una società interamente pubblica, il passo successivo sarà che entro il 2034, anno in cui scade l'ultima concessione per Gaia, Publiacqua avrà assorbito tutti le società e sarà effettivamente il nuovo gestore unico".
 
Ribadendo l'importante ruolo di concertazione che la Regione adesso può assumere per favorire il processo, Rossi ha concluso che "la Regione darà tutto il supporto legislativo, tecnico ed operativo a due condizioni: primo, che proseguano da parte delle aziende gli sforzi di efficientamento del sistema, riducendo i costi di gestione e abbattendo in modo consistente le perdite idriche delle nostre reti, in modo da favorire la definitiva stabilizzazione delle tariffe. Secondo, che le risorse derivanti ai Comuni dal servizio idrico integrato, ovvero i canoni di concessione (che complessivamente ammontano a circa 24 milioni annui, al netto del rimborso dei mutui) e gli utili societari (pari anch'essi a circa 24 milioni annui, di cui il 60-65% distribuito ai soci pubblici delle aziende digestione) siano destinate al sostegno finanziario del processo sopra descritto e non siano più distolti dal settore dei servizi idrici".

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