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La Commissione europea presenta il Green Deal. Ecco cosa prevede e quanti soldi ci vogliono

where Strasburgo (Francia) when Mer, 15/01/2020 who roberto

Il piano prevede il sostegno di un fondo di transizione da 100 miliardi, un piano di investimenti sostenibili e risorse della BEI. Il rischio è che gran parte dei soldi vadano ai Paesi dell’Est

È stata presentato nel prima green-new-deal.jpgsessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo il Green New Deal dell’Europa, fiore all’occhiello della nuova Commissione europea guidata da Ursula Von der Leyen. È una grande strategia di indirizzo politico per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, mobilitare risorse e cambiare i comportamenti di tutti (famiglie e imprese). Si punta ad abbattere del 40% le emissioni inquinanti europee entro il 2030 e arrivare nel 2050 a un continente climaticamente neutro, a emissioni zero e capace di trascinare il resto del mondo nella svolta verde.

Gli strumenti per finanziare il green deal - Per sostenere il Piano si parte dal Fondo di Transizione, chiamato ad aiutare le aree che saranno economicamente e socialmente più in difficoltà nella fase di transizione economica. Il cosiddetto Just Transition Fund avrà una dotazione di almeno 100 miliardi di euro, e l’Italia chiede di utilizzarlo in tutti i settori e in tutti Paesi, facendo un indiretto richiamo alla ristrutturazione dell’ex Ilva. In realtà dal 2021 sarà finanziato da 7,5 miliardi freschi del bilancio europeo che faranno da volano - secondo le stime - ad investimenti privati per una cifra finale tra i 30 e i 50 miliardi. In aggiunta ci sarà anche il Piano per gli investimenti sostenibili, la parte che finanzierà direttamente la trasformazione tecnologica dell'industria europea. Altri 45 miliardi dovrebbero arrivare da InvestEu, lo schema per gli investimenti che sarà gestito dal commissario all' Economia Paolo Gentiloni. Il resto dei soldi nel Fondo li metterà la Bei, Banca europei degli investimenti chiamata a sostenere la svolta  verde.

Stati nazionali - I 100 miliardi del fondo di transizione saranno destinati principalmente ai Paesi  chiamati a maggiori sforzi per uscire dal carbone come, ad esempio, la Polonia. La distribuzione del denaro tra i Paesi membri si baserà su alcuni criteri: tra questi, la presenza di emissioni nocive, l'occupazione nei settori del carbone e della lignite, la produzione di torba o di scisti bituminosi. Verranno presi in considerazione fattori correttivi, come la relativa prosperità dei singoli Paesi membri. I soldi serviranno anche a convertire le aziende strategiche più inquinanti e portarle ad essere a impatto neutro sul clima, esattamente come l'Ilva. La Francia, invece, potrebbe ottenere di finanziare con denaro statale il suo nucleare. Ma il rischio è che i principali Paesi oggi più virtuosi si mettano di traverso, visto che le risorse andrebbero principalmente a quelli dell’Est Europa. L'anno prossimo i governi dovranno spedire a Bruxelles un proprio piano nazionale in cui indicheranno come vogliono spendere i soldi Ue. I piani dovranno essere approvati dalla Commissione.

Le nuove regole - La Commissione presenterà, nell’ambito di una strategia di più ampio respiro, anche una revisione delle regole sugli "aiuti di Stato", che permetterà il finanziamento pubblico nei settori che vanno incontro alla filosofia del Green deal. Inoltre si metterà mano a una riforma dei regolamenti alla base del Patto di Stabilità per favorire gli investimenti pubblici sostenibili: per permettere ai governi di spendere, quanto meno saranno considerati tra i criteri per concedere flessibilità su deficit e debito. Infine, la Commissione lancerà una nuova Strategia per la sostenibilità finanziaria chiamata a favorire l'ingresso nel Green Deal di ulteriori capitali privati, secondo gli analisti di Bruxelles pronti a scommettere sul piano verde dell' Unione.

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Ursula Von der Leyen
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