Così si fa! Fiere e moda riducono l’impronta di carbonio
Doppio accordo volontario con il ministero dell’Ambiente per la riduzione dell’impatto ambientale del business made in Italy. Protagonisti il settore dell’allestimento fieristico (GiPlanet) e il fashion (Brunello Cucinelli)
Novità verdi per il settore fieristico e della moda. GiPlanet, azienda padovana specializzata dal 1992 nell’allestimento di fiere, ha firmato con il ministero dell’Ambiente un accordo volontario finalizzato a calcolare, ridurre e neutralizzare l’impronta di carbonio del proprio sistema Cover-Up. Stesso obiettivo per Brunello Cucinelli, la maison di moda con sede a Solomeo, in provincia di Perugia.
Nel primo caso, spiega una nota di GiPlanet, a valle del processo nascerà il primo sistema modulare per allestimenti fieristici a emissioni di CO2 compensate. L’azienda è la prima in Italia ad intraprendere questo percorso nel proprio settore. Gli elementi costitutivi del pannello Cover-Up sono profili di alluminio, modulari, uniti a rivestimenti in tessuto ecologico ottenuto dal recupero di pet riciclabile al 100%. Inoltre, le componenti costruttive ne consentono uno stoccaggio che riduce l’ingombro di oltre il 60% rispetto ai vecchi pannelli in legno, produce un minor volume del carico e, di conseguenza, un numero inferiore di camion da utilizzare.
Anche la moda made in Umbria guarda al green. E lo fa con la sigla di un’intesa tra il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, e Brunello Cucinelli. Target: il calcolo dell’impronta ambientale nel settore dei beni di lusso. Nell’occasione il ministro ha sottolineato l’impegno di Brunello Cucinelli “nella produzione di qualità, nella valorizzazione delle risorse umane impegnate nelle linee di produzione di alto artigianato, nel recupero culturale del borgo umbro, nella gestione sociale dell’impresa e nell’accurata protezione del paesaggio e dell’ambiente”.
L’azienda del perugino, fondata nel 1978, esporta i suoi cashmere in cinquanta paesi con oltre settanta negozi monomarca.